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Cronaca

Veneti nel Mondo: missione culturale di Giovani Veneti a Rio Grande Do Sul (Brasile)

L'assessore Manuela Lanzarin: “Un incontro che accresce la conoscenza verso una migrazione che ha trapiantato lingua e cultura veneta dall’altra parte del globo"

TREVISO Parlando veneto ci si intende tra continenti diversi, anche a distanza di generazioni. Questa l’esperienza di Anna Tolin, restauratrice e grafica padovana, Mattia Stoppato, consigliere comunale di San Giovanni Lupatoto, Andrea Grazian, tecnico agrario vicentino, e Alessandro Mocellin, bassanese, direttore dell'”Academia de ła lengua veneta”. I quattro sono stati protagonisti del progetto “Catarse tra Veneti” che ha condotto giovani veneti di diverse province a conoscere altri veneti, quelli del Rio Grande do Sul, discendenti di quanti emigrarono in Brasile a fine Ottocento e inizio Novecento. La missione culturale veneta è stata ideata e organizzata dall'associazione InfoMedia Veneto, che si occupa di diffondere la cultura veneta in Veneto e nel mondo. Il progetto ha ottenuto un contributo anche dell’ assessorato ai Flussi migratori e ai veneti nel mondo della Regione del Veneto.

I quattro veneti hanno incontrato 9 comunità di due diverse province di Rio Grande do Sul, 5 scuole, 3 università (Santa Maria, Caxias do Sul e Porto Alegre) dove hanno partecipato, anche in qualità di relatori, a seminari internazionali sul ‘talian”, nell’ambito di progetti scientifici volti a promuovere progetti di divulgazione e insegnamento del veneto-brasileiro. “L’emigrazione in Brasile è stata un fenomeno al 90% veneto. E ancor oggi il ‘talian’ che in realtà è veneto-brasileiro, o veneto-riograndes, è la lingua comune nelle comunità di immigrazione nord-italiana in Brasile. Toponimi come São João do Polêsine,  Vale Vêneto, Nova Padua, Nova Bassano, Novo Treviso, Val Verones, Val Feltrina, Nova Udine, Nova Veneza, e persino “Monte Grappa” sono la prova eloquente di come i veneti abbiano voluto riprodurre la loro terra dall’altra parte del mondo”, fanno notare Mattia Stoppato e Matteo Grazian.

“È stato anzitutto un momento per conoscersi e riconoscersi. Distanti oltre 10.000 km dal Veneto, sentire uomini e donne, anche bambini, nati nel sud del Brasile parlare la nostra lingua veneta, che è la lingua dei loro padri, è stato davvero emozionante”, commenta Anna Tolin. Tra il 1875 e la prima guerra mondiale, da quella che allora era chiamata “la Venezia” e contava 2,6 milioni di abitanti, emigrarono 1,4 milioni di abitanti. Il veneto-brasileiro da novembre 2014 è riconosciuto ufficialmente come lingua dal Brasile. “Abbiamo portato il nostro contributo al dipartimento Lingue straniere dell'Università di Caxias do Sul, per elaborare futuri progetti di divulgazione e insegnamento del veneto-brasileiro”, sottolinea il capo-delegazione Mocellin. La delegazione veneta ha partecipato anche al seminario sul multilinguismo organizzato dall'Università Federale dello Stato del Rio Grande do Sul di Porto Alegre, con docenti, studenti e ricercatori del dipartimento di lingue straniere.

“Questi progetti fanno bene alla cultura, non solo quella veneta e dell'emigrazione, ma alla cultura in generale - commenta Manuela Lanzarin, assessore ai Flussi migratori e ai veneti nel Mondo - perché aiutano i giovani ad incontrarsi, ricucendo le distanze e le ferite che la Storia a volte ha creato, e premiando i valori dello studio, dell'incontro, dello scambio, del rispetto delle identità e della crescita umana, all'insegna di un patrimonio culturale e anche linguistico, quello veneto, che inizia ad essere apprezzato e riconosciuto, persino ufficialmente, da università e istituzioni anche all'estero”.

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