Traffico di rifiuti da Campania e Toscana, sequestri a Breda e Loria
Indagine dei carabinieri del Noe di Venezia. Otto le persone indagate: cercavano capannoni o aree esterne da utilizzare per lo stoccaggio illecito, realizzando delle vere e proprie discariche abusive
Traffico illecito di rifiuti, gestione illecita di rifiuti e responsabilità amministrativa degli Enti. Sono questi i principali reati per i quali dovranno rispondere oltre 300 persone sul conto delle quali sono emerse inconfutabili responsabilità nell’ambito dell’attività diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Venezia e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) di Venezia. Le indagini, avviate alla fine del 2016 a seguito del sequestro di un capannone colmo di rifiuti avvenuto in Albignasego (PD), hanno gradualmente consentito di individuare un gruppo di persone (alcuni dei quali già noti per le illecite operazioni attuate nel settore dello smaltimento dei rifiuti) attivi nella ricerca di capannoni o comunque di aree esterne, da utilizzare per lo stoccaggio illecito dei rifiuti, di fatto così realizzando delle vere e proprie discariche abusive.
I carabinieri del Noe, dunque, hanno nel tempo condotto complesse indagini, grazie anche alla approfondita analisi e conoscenza delle dinamiche riconducibili alle varie forme di criminalità ambientale, che hanno portato a numerosi provvedimenti della Procura della Repubblica di Venezia, perquisizioni e sequestri di un ulteriore capannone a Boara Pisani (PD) e di due aree esterne a Loria, appartenenti ad altrettante aziende in fallimento. Successivamente i Carabinieri del Noe hanno sequestrato altri capannoni a Breda di Piave, Agna (PD) ed Occhiobello (RO). Il bilancio complessivo è dunque stato di cinque capannoni e due aree esterne posti in sequestro, dove erano stati stoccati circa 1500 tonnellate di rifiuti, per un illecito introito stimato in oltre 500mila euro, derivante dal mancato smaltimento dei rifiuti.
Le indagini hanno permesso di identificare una banda di otto persone, specializzate nella gestione del traffico illecito dei rifiuti attraverso due società costituite “ad hoc”, una di Albignasego e l’altra di Modena, che, senza alcun tipo di autorizzazione ambientale o addirittura con autorizzazioni false, provvedevano al ritiro dei rifiuti presso aziende artigianali della Campania (in prevalenza rifiuti plastici) o della Toscana (in prevalenza rifiuti tessili), ricevendo la somma di denaro pattuita per poi, in realtà, non procedere allo smaltimento poiché i rifiuti venivano stipati nei siti reperiti di volta in volta (ovviamente non autorizzati) e poi abbandonati. Alcune delle persone identificate, tutti di nazionalità italiana di cui cinque residenti nel Veneto, sono attualmente in stato di detenzione per precedenti analoghi reati.
Si tratta di due 50enni, un 60enne ed un 22enne, figlio di uno dei primi due, tutti residenti nella zona di Loria. Coinvolti anche un uomo di Brescia, uno di Modena, uno di Mantova e un vicentino. A Breda di Piave i malviventi si erano impossessati di un capannone in zona industriale (rotti i lucchetti che chiudevano i cancelli), di proprietà di un'azienda fallita e dunque all'asta. Per questo i quattro devono rispondere anche del reato di occupazione abusiva. Trovati sia a Breda che a Loria rifiuti industriali tra cui vari scarti di imballaggi, materie plastiche, pneumatici, balle di stracci e materiale ferroso.
Il plauso della Regione
«Esprimo grande riconoscenza e gratitudine ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, per il successo dell’operazione che ha permesso di bloccare un grosso traffico illecito di rifiuti, portando al sequestro di cinque capannoni e due aree esterne in diverse province venete dove erano stati stoccati rifiuti per complessive 1500 tonnellate». Queste le parole dell’assessore all’Ambiente della Regione del Veneto Gianpaolo Bottacin alla notizia dell’importante e complessa operazione portata a termine dal NOE di Venezia dell’Arma. «Per fermare con forza questi illeciti, già da anni collaboriamo fattivamente, anche attraverso un’esplicita convenzione, con i NOE. – spiega l’assessore -. Inoltre, dal 2018, per rafforzare ulteriormente il nostro contributo in questa battaglia, ho anche istituito un tavolo di lavoro interforze del quale, oltre agli stessi Carabinieri, fanno parte i Vigili del Fuoco, Arpav, Università di Padova e Anci; il tutto in stretta collaborazione anche con le varie Prefetture venete. Un tavolo, sugli incidenti di rilevanza ambientale, avviato in Veneto e primo in Italia, alla luce della cui validità il comandante del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ha suggerito di estendere anche ad altre realtà in occasione di un'audizione alla Commissione Bicamerale Ecoreati”. “Per nostra parte inoltre – conclude Bottacin -, continuiamo anche con parallele azioni indirette ma utili a dare supporto agli inquirenti in caso di eventuali indagini, come ad esempio, diversi finanziamenti destinati a enti pubblici e privati per dotare di videosorveglianza gli impianti rifiuti».