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Cronaca Villorba

Peculato da 280 mila euro, impiegato scolastico finisce a processo

Davide Gabrieli, 60enne ex dirigente dell'istituto comprensivo di Villorba e Povegliano, attualmente a processo, tra il 2005 e il 2011 avrebbe fatto sparire 250mila euro

«A noi i soldi sono sempre arrivati regolarmente». Oggi, 15 marzo, hanno deposto alcuni dei titolari delle cooperative che sarebbero stati, secondo le ipotesi della Procura di Treviso, tra le "vittime" del peculato commesso da Davide Gabrieli, 60enne ex dirigente dell'istituto comprensivo di Villorba e Povegliano. L'uomo, attualmente a processo, tra il 2005 e il 2011, avrebbe fatto sparire 250mila euro. Gabrieli nel 2014 aveva patteggiato una pena di due anni per aver sottratto 200 mila euro, sempre all’istituto comprensivo di Villorba e Povegliano. I soldi erano finiti in un conto in Svizzera perché l'uomo temeva di dover subire un secondo trapianto di rene e aveva bisogno di liquidi.

Il 60enne, secondo l'accusa,  avrebbe dovuto pagare le cooperative e imprese con denaro proveniente dal Comune di Villorba e Povegliano per attività e servizi svolti. Ma invece sarebbe riuscito a prelevare in contanti e a intascare con un complesso lavoro di modifica dei mandati di pagamento e delle reversali. 
Oltre ai titolari delle cooperative sono stati sentiti anche i responsabili dei due enti pubblici, che hanno confermato come il denaro fosse stato trasferito alla scuola solo dopo la presentazione delle pezze giustificative.

«Gabrieli avrebbe intascato i soldi, che quindi da qualche parte dovrebbero mancare - spiega il suo difensore, l'avvocato Massimo Benozzati - però le società e le coop che hanno fornito i servizi sono state tutte pagate. L'accusa si basa sulle discrepanze tra le cifre, però i Comuni pagavano previo rendiconto della scuola, dunque quando i servizi erano stati erogati. Se perciò la scuola ha beneficiato dei servizi e chi li ha resi è stato pagato, questi soldi a chi mancherebbero?».

Nell'udienza precedente era stata sentita Isabella Ferruda,  della sezione contenziosi dell'Ufficio scolastico regionale, che fu uno degli ispettori mandati ad accertare lo stato dei conti dell'istituto dopo che Gabrieli fu licenziato e successivamente reintegrato dopo il primo processo. Emerse uno stato di enorme confusione tra i libri contabili, in cui gli importi che risultavano versati dai Comuni non corrispondevano a quelli emessi dalla scuola per incassare il denaro (ossia le reversali). Gabrieli ne avrebbe manomesso le intestazioni, facendo figurare come soldi ricevuti dai Comuni dei denari che invece provenivano da finanziamenti del Ministero dell'istruzione (parte civile) e da altri enti, andando invece a incassare in contanti le somme erogate dalle amministrazioni comunali.
 

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