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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Villorba / Via Roma

Incidente mortale a Villorba, automobilista "salvato" da un video e assolto dal giudice

Paradossale vicenda accaduta ad un 50enne di Spresiano, acusato di aver causato la morte di Rodolfo Fava, 80enne di Carbonera, deceduto in un incidente stradale occorso all'altezza di Via Roma

"Salvato" dalla riprese fatte dalla polizia locale di Villorba e dalla consulenza dell'Istituto Scienze Forensi, che esamina non solo il video ma anche le fotografie della macchina subito dopo il presunto incidente. Si è conclusa così la brutta avventura di un 50enne di Spresiano che avrebbe avuto la sfortuna di essere presente sul luogo del sinistro mortale occorso, il 7 agosto del 2018, a Rodolfo Fava, 80enne di Carbonera. Fava, che stava percorrendo Via Roma a Villorba a bordo della sua bicicletta da corsa, aveva superato a destra alcuni veicoli incollonnati ma, perso il controllo della bici, era andato sbattere contro un muretto, finendo la propria corsa in un fossato dove era morte a causa dei traumi riportati. Il 50enne aveva atteso l'arrivo dei vigili urbani di Villorba, i quali però sospettano che sia il responsabile del tragico schianto, dal momento che aveva svoltato a destra verso un accesso privato e avrebbe quindi tagliato la strada al ciclista. Ma gli agenti non rilevano alcun segno che potesse far presumere un contatto e quindi la responsabilità dell'automobilista nella svolta senza guardare chi sopraggiungesse da dietro, e si limitano a scattare delle foto.

Scatta l'indagine, che viene aperta per omicidio stradale e la macchina, su disposizione della Procura, viene sequestrata. Dopo qualche giorno le operazioni di controllo e verifica terminano e il 50enne va a riprendere l'auto, che però scopre avere meno benzina di quando l'aveva lasciato, oltre a vedere fili che escono dalla plafoneria e soprattutto evidenti strisci sul lato destro della carrozzeria. Segni che nel frattempo vengono rilevati anche dal consulente del pm. E la perizia infatti non lascia alcun dubbio: i piccoli danni presenti sull'auto sono il risultato dell'urto con la bicicletta. Chiuse le indagini viene chiesto il rinvio a giudizio e nei confronti dell'uomo, la cui assicurazione paga peraltro gli eredi della vittima, viene chiesto il rinvio a giudizio.

Ma il difensore del 50enne, l'avvocato Marco Furlan, riesce a "mettere le mani" sul video che gli agenti della Polizia Locale di Villorba hanno fatto alla macchina il giorno del presunto incidente e da cui non emergerebbe nessun segno sulla fiancata destra. A questo punto viene commisionata anche una consulenza tecnica all'Istituto di Scienze Forensi, il cui esito è sorprendente: l'elaborato infatti conferma ciò che il 50enne sosteneva da due anni e mezzo e cioè quando è stata presa in consegna dall'autorità giudiziaria la macchina non aveva segni sulla carrozzerie, tanto che questa rifletteva specularmente immagini senza alcuna distorsione, che avrebbe dovuto essere invece visibili in caso di introflessioni o abrasioni dovute all'urto.

Chiesto e ottenuto l'abbreviato oggi, 1 marzo, le parti si ritrovano in aule per visionare le foto e il video. Il pubblico ministero ha chiesto 8 mesi di reclusione sostenendo che i segni potessero non essere visibili o che comunque vi sia stata "turbativa" da parte dell'imputato. Ma l'avvocato Furlan oppone che i lievi danni sarebbero stati visibili dalla Polizia che nulla ha però rilevato sul punto e che ben può essere che il ciclista abbia avuto un malore sbandandando dentro al fosso autonomamente. Il giudice Marco Biagetti, dopo una breve camera di consiglio, sembra aver aderito a questa tesi e ha assolto il 50enne.  

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