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Cronaca Vittorio Veneto

Massaggi "particolari" dietro alla caserma dei Carabinieri, assolta la maitresse cinese

Non c'è favoreggiamento della prostituzione nel caso del centro a luci rosse che si trovava in via Petrella a Vittorio Veneto. Prosciolta la donna orientale che era stata indicata dai clienti come una delle due proprietarie

Il favoreggiamento della prostituzione non è provato. Per questo Weying Hiang (difesa dall'avocato Federico Vianelli), per tutti "Lucia", è stata assolta nel processo per il centro massaggi cinese di via Pietrella, a Vittorio Veneto, vicinissimo alla caserma dei Carabinieri. La "collega" Wanh Chen, in arte "Angela", ha invece già chiuso i conti con un patteggiamento.

I fatti risalgono al periodo a cavallo tra la fine del 2015 e l'inizio del 2016, quando le due presunte "maitresse" gestivano quello che in apparenza era per tutti un centro massaggi. In realtà, secondo quanto testimoniato da almeno una cinquantina di uomini, convocati come testimoni in caserma al tempo delle indagini, si sarebbe trattato di un locale a "luci rosse", dove venivano praticati diversi tipi di massaggi a sfondo erotico. In particolare il cosiddetto "romantico", gettonatissimo dai clienti, che consisteva nel mettere le mani sul corpo dei clienti, distesi su un lettino e completamente nudi, e che si concludeva nelle parti intime. 

Una decina le persone sentite in aule durante le deposizioni, tutti di una età compresa tra i 45 e i 65 anni, che lasciavano alle cinesi somme dai 30 ai 70 euro a seconda del tipo di prestazione. Ma mai, è stato appurato, per pagare i servizi svolti da altre donne.

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