Morto in casa e dilaniato dai suoi cani, la Procura conferisce l'incarico per l'autopsia
Domani 8 settembre Alberto Furlanetto riceverà i quesiti che dovranno fare chiarezza sulla morte di Giovanni Prati, il 56enne trovato morto in casa lo scorso 2 settembre. Sul suo corpo i segni degli animali, che lasciati chiusi in casa con il cadavere e impossibilitati a procacciarsi cibo avrebbero fatto scempio dei poveri resti dell'uomo
Verrà dato domani, 8 settembre, l'incarico per l'effettuazione dell'autopsia sul corpo di Giovanni Prati, il disoccupato di 56 anni residente a Vittorio Veneto trovato morto giovedì 2 settembre, nella sua sua casa di via Del Fante. Il quesito rivolto ad Alberto Fulanetto, il medico legale che effettuerà il post mortem, riguarda le cause del decesso e soprattutto la data in cui questo sarebbe avvenuto. Verranno anche effettuati i test tossicologici, per verificare la possibilità che il 56enne sia morto dopo l'assunzione di qualche sostanza, dato il passato turbolento, caratterizzato anche da problemi con la droga.
Sul cadavere, ridotto in avanzato stato di putrefazione e mancante di intere parti del corpo, c'erano i segni dei suoi 5 cani, tre meticci e due boxer, che lasciati chiusi in casa con il cadavere e impossibilitati a procacciarsi cibo avrebbero fatto scempio dei poveri resti dell'uomo. Sulla morte di Prati il pubblico ministero Giulio Caprarola ha aperto un fascicolo, per ora senza indagati, in cui si ipotizza il reato di morte in conseguenza di altro reato.