Prete accusato di violenza sessuale, un testimone: «Don Federico? Un uomo buono»
Nel corso del processo a don Federico De Bianchi, il sacerdote accusato di aver molestato quattro pazienti del reparto di psichiatria degli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano, depone un teste della difesa. «Ha un modo di fare - ha ricordato - diverso dagli altri preti, atteggiamenti che gli hanno portato qualche critica, soprattutto da persone di una certa età»
«Don Federico? Un uomo buono, non un sacerdote "vecchio stampo" ma un amico, sempre pronto con una parola di vicinanza anche nei momenti più difficili». E' quello che ha detto in aula oggi, martedì 5 aprile, uno dei testimoni portati dalla difesa (affidata agli avvocati Stefano Trubian e Massimiliano Paniz) nel corso del processo a don Federico De Bianchi, 45enne sacerdote, originario di Oderzo ma noto soprattutto nel vittoriese come il prete “social” delle parrocchie di Santa Giustina e Val Lapisina. Almeno prima che scoppiasse il caso giudiziario che lo vede alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di quattro pazienti del reparto di psichiatria degli ospedali di Vittorio Veneto e Conegliano, fatti che sarebbero avvenuti nel 2010.
Il ragazzo, 26enne, ha detto di aver conosciuto il sacerdote perchè cappellano dell'ospedale di Vittorio Veneto, dove lavorano entrambi i suoi genitori. «Ha un modo di fare - ha ricordato - diverso dagli altri preti, anche la messa è particolare perchè tende a rendere partecipe chi è presente. E' un atteggiamento che gli ha portato qualche critica, soprattutto da persone di una certa età, ma lui è fatto così: lo incontri al bar per un caffé e si parla, sempre con un atteggiamento che, da parte sua, non forza mai l'interlocutore. Se lo mai sentito dire parolacce? Assolutamente no. La notizia delle indagini e del processo io l'ho letta sui giornali e non potevo crederci».
Ad accusare don Federico sono pazienti che all’epoca dei fatti erano tutti maggiorenni: due vittoriesi di 19 e 26 anni, un coneglianese di 29 anni e un mestrino di 19 anni. Quest’ultimo è l’unico che è stato sentito dai magistrati in incidente probatorio, durante la fase delle indagini preliminari, nel corso del quale ha confermato le accuse nei confronti dell’ex parroco di Santa Giustina. Il sacerdote avrebbe allungato le mani nelle parti intime dei pazienti che andava a visitare come cappellano degli ospedali. Il pubblico ministero Barbara Sabattini, che imputa al prete l’accusa di violenza sessuale, contesta episodi di palpeggiamenti e baci o tentativi di baciare i pazienti. Tra i testimoni c’è anche un infermiere dell’ospedale di Conegliano, che ha informato la direzione sanitaria delle confidenze raccolte in corsia dalle quattro presunte vittime delle molestie di don Federico.
È stato lui infatti a notare del nervosismo soprattutto in uno dei quattro pazienti e a raccogliere la sua testimonianza sulle presunte molestie. L’infermiere ha poi fatto presente la vicenda alla direzione sanitaria che ha inviato l’esposto in procura a Treviso. Si torna in aula il 17 maggio. E forse don Federico deciderà di sedere sul banco dei testimoni e raccontare la sua verità.