Picchia la convivente di fronte alla figlia piccola, 37enne a processo
L'uomo, originario della Tunisia e residente a Vittorio veneto, avrebbe agito a causa di una forte gelosia. E' accusato di maltrattamenti ma la donna, prima dell'inizio del processo, ha ritirato la denuncia
Baguette di pane lanciate e "restuite", così come piatti e altri suppellettili di casa. E poi anche botte, da una parte e dall'altra. Scene di una vita familiare per così dire "frizzante". Ma i litigi, divenuti nel tempo sempre più frequenti a causa, pare, della gelosia di lui, avevano indotto la convivente a presentare denuncia.
Ne è uscito un capo di imputazione, formulato dal pubblico ministero Francesca Torri, che inchioderebbe l'uomo, un 37enne originario della Tunisia e residente a Vittorio Veneto , alle sue responsabilità, accusato del reato, grave, di maltrattamenti familiari aggravati dal fatto di essere avvenuti anche in presenza della figlia piccola della coppia. Ma prima dell'avvio del processo, iniziato oggi 10 marzo e subito rinviato per un difetto di notifica, la donna, una 30enne italiana, ha ritirato la querela che aveva sporto. Il procedimento va avanti lo stesso ma la posizione del 37enne, a questo punto, si fa più leggera.
I fatti sarebbero accaduti per diversi anni ma avrebbero avuto il loro culmine nel marzo del 2020, quando l'uomo avrebbe preso la compagna per i capelli, tirandole la testa all'indietro e afferrandole il collo, procurandole una lesione giudicata guarabile in 10 giorni. Erano però anni che trai due le cose non filavano: schiaffi, pizzicotti, prese e tirate per i capelli sarebbero state infatti per lungo tempo all'ordine del giorno. «Erano discussioni familiari - dice il tunisino - che prendevano una piega sbagliata. Ma io non ho mai infierito sulla mia compagna». Si riprende a maggio, con l'inizio della fase dibattimentale.