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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Vittorio Veneto

Evita l'ergastolo grazie alle "generiche", la Procura fa appello in Cassazione

L'11 marzo del 2022 Patrizia Armellin è stata condannata in primo grado a 24 anni per l'omicidio di Paolo Vaj, il 57enne ucciso a Vittorio Veneto nella notte fra il 18 e 19 luglio del 2019, insieme ad Angelica Cormaci, che ha ricevuto 16 anni. Ma l'ufficio trevigiano ha fatto ricorso contro la concessione delle circostanze attenuanti che ha "salvato" dal carcere a vita, che era stato una delle richieste dell'accusa

La Procura di Treviso fa appello, in Cassazione, contro la sentenza di primo grado emessa l'11 marzo del 2022 e che condanna la 57enne Patrizia Armellin a 24 anni di carcere per l'omicidio di Paolo Vaj, avvenuto a Vittorio Veneto nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 2019.

La Armellin, trovata colpevole dai giudici della Corte d'Assise insieme alla 24enne Angelica Cormaci (16 anni) avrebbe avuto un ruolo di primissimo piano nel concepire il butale assassinio di Vaj, come si evincerebbe dal tono delle conversazioni avute al telefono (via messaggio) tra le due e che lascia intendere come l'intenzione di eliminare il 57enne, originario di Milano ma conosciuto nel vittoriose per avere gestito la birreria ristorante "Ca' di Mat", era maturata almeno un anno prima dell'evento criminoso.

Patrizia Armellin è riuscita ad avitare l'ergastolo grazie alle attenuanti generiche: è questo ciò che ha spinto la Procura, che aveva chiesto il carcere a vita, ad appellare la sentenza, ritenedo che la concessione non sia stata, nelle motivazioni del dispositivo, adeguatamente giustificata. I legali delle due imputate, l'avvocato marina Manfredi per la Armellin e l'avvocato Stefania Giribaldi per la Cormaci, hanno presentato il ricorso in Appello. La data del  processo di secondo grado deve essere ancora fissata; è probabile che nella stessa udienza confluisca anche il ricorso contro la sentenza che riguarda la 57enne.

 
 

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