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Venerdì, 19 Aprile 2024

Uccide il padre a coltellate: «Non volevo farlo ma era necessario»

Venerdì mattina l'interrogatorio di garanzia a Riccardo De Felice, reo confesso dell'omicidio di Vittorio Veneto: davanti al Gip il 24enne ha ripetuto che la vittima non era il suo vero padre: «In quella persona non c'erano cose buone». Nel pomeriggio il primo colloquio con lo psichiatra consulente dalla difesa

«Io non volevo farlo ma era necessario. In quell'uomo non c'erano cose buone». Riccardo De Felice lo ha spiegato oggi al gip Piera De Stefani di fronte alla quale si è presentato per l'udienza di convalida e l'interrogatorio di garanzia a cui gli avvocati (Giovanni Maccarrono e Alessandra D'Aversa) hanno deciso di farlo parlare. «Una scelta - dicono i suoi legali - che ha permesso a tutti di valutare la situazione. Per noi è chiaro che ci troviamo di fronte ad una persone che ha una patologia mentale».

Giovanni Maccarrono e Alessandra D'Aversa

Il 24enne è l'omicida reo confesso del padre, Francesco De Felice, 56 anni, un ufficiale dell'esercito da un paio di mesi in pensione, ucciso nella primissima mattinata del 16 novembre mentre stava dormendo sul divano di casa. Il figlio gli ha inferto prima due colpi con una barra da trazione e poi lo ha finito con tre coltellate al collo. Riccardo è ancora in preda a quella che il consulente psichiatrico nominato dalla difesa, il dottor Tullio Franceschini, ha definito una "bufera psicotica" scoppiata all'improvviso. Davanti al giudice ha ripetuto che Francesco De Felice non era il suo padre biologico. Anzi: nella mente delirante del ragazzo l'uomo sarebbe il responsabile della morte del "papà naturale". «Quello che gli altri volevano spacciare per il mio genitore - ha affermato -  non era affatto una figura positiva. Non volevo ucciderlo ma è stato necessario farlo». Il giovane è uscito dall'isolamento nel carcere di Santa Bona e attualmente si trova in cella con altre persone. Nel corso del pomeriggio avrà luogo un primo colloquio con il perito della difesa, che cercherà di capire cosa sia successo e provare a stendere una diagnosi iniziale che chiarisca cosa abbia scatenato il suo raptus omicida.

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