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Cronaca

Treviso: se sei un cittadino attivo nel sociale non paghi le tasse

Alberto Franceschini, Volontarinsieme CSV Treviso: "La legge non è pensata per non far pagare le tasse a chi non ne è in grado, bensì per stimolare e promuovere la cittadinanza attiva e il volontariato. Nulla vieta che i due presupposti si incontrino"

TREVISO In questi giorni la stampa locale si è interessata con una certa continuità ad alcuni esempi di possibili agevolazioni fiscali cui potrebbero godere i volontari che si impegnano in attività socialmente utili per il proprio territorio comunale.

La novità, ancora poco applicata, è introdotta dal Decreto Sblocca Italia, esattamente dall’articolo 24 della legge 164/2014, e prevede la riduzione dei tributi per i cittadini che si impegnano in attività di volontariato civico, singolarmente o riuniti in associazioni. “In merito c’è un po’ di confusione, vorremo infatti sgomberare il campo da alcune imprecisioni. La legge non è pensata per ridurre le tasse a chi non è nelle condizioni di pagarle, ma piuttosto per riconoscere ai volontari che operano in favore di persone o di attività del Comune di residenza, di godere di una agevolazione nelle imposte comunali da pagare, quale riconoscimento del loro impegno civico – spiega Alberto Franceschini Presidente di Volontarinsieme CSV Treviso – Nulla vieta che poi i due presupposti coincidano, ma è bene essere chiari.”

Per anticipare le modalità applicative diversificate da Comune a Comune e creare un protocollo condiviso, Volontainsieme ha posto la questione sul tavolo dell’Associazione Comuni della Marca trevigiana, per cercare di arrivare ad un’intesa che stabilisca criteri applicazione condivisa della norma, considerando anche la formazione e l’affiancamento iniziale di questi nuovi volontari. “Anche se ci siamo mossi per tempo, non abbiamo ancora ricevuto risposte dai Comuni della Marca. Ribadiamo però la nostra disponibilità a dialogare con le amministrazioni che intendano applicare la normativa introdotta dalla legge 164/2014 – prosegue Franceschini – Pensiamo che per garantire un’equa applicazione si debba pensare ai volontari già attivi nelle associazioni, che possano assicurare certezza nella prestazione, oltre ad un percorso che stimoli e incentivi ad una nuova cittadinanza attiva. Nell’ipotesi, infatti, in cui il servizio civico sia svolto dalle associazioni, il taglio della tassa potrà essere sostituito con forme di sostegno economico alle realtà no profit. E’ importante condividere i criteri e le modalità di individuazione dei soggetti che possono fruire delle agevolazioni previste. Se poi a beneficiarne sono soggetti che vivono anche una difficoltà economica – conclude Franceschini -  vorrà dire che la norma ha soddisfatto ben due esigenze distinte, aiutare chi ne ha bisogno e promuovere nuova partecipazione al volontariato.”

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