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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dalla Rete Sant'Antonino

Cittadinanzattiva Treviso, ecco la lettera aperta al profeta Ezechiele sulla sussidiarietà sociale e sui diritti

Giancarlo Brunello, coordinatore provinciale di Cittadinanzattiva Treviso, l'associazione che difende i diritti di relazione delle persone, scrive metaforicamente al Profeta Ezechiele chiedendogli di aiutarci a difendere la salute e la sussidiarietà, valori fondamentali delle sicurezza personale, dalle insidie dei lupi. "Servono persone (i pastori di antica memoria) in grado di scrostare la burocrazia che lavora contro i diritti, persone in grado di fasciare e curare le pecore ferite".

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Caro Profeta Ezechiele, vorremmo scriverti una lettera importante su un problema che è una ragione vitale del nostro presente e futuro. Scriviamo a te, anche conoscendoti solo per lettura e racconti, ma non direttamente. Il Signore, che noi chiamiamo confidenzialmente Padre Eterno, ti ha incaricato, molti anni fa, forse anche lui in un momento di difficoltà, di richiamare i pastori a prendersi cura del gregge che è stato loro affidato: fasciare e curare le pecore ferite e difenderle dai lupi (capitolo 34 del Libro del Profeta Ezechiele). Scriviamo proprio a te, una lettera aperta, perché, sai come si dice, in questo momento non sappiamo davvero a che santo votarci... Oggi la nostra comunità trevigiana, insieme a tante altre comunità, è per similitudine un "gregge lacerato e disorientato". Lo siamo, in questo particolare periodo storico, a causa della pandemia, della guerra in atto che corre il rischio di espandersi, la crisi economica, l'aumentare delle difficoltà nelle relazioni fra le persone. Tutto questo avviene minando la coesione sociale e creando la base di una spirale continua di conflitti. Peraltro, il lupo (che simboleggia la burocrazia) diventa sempre più famelico, mentre le pecore (simbolo dei cittadini) diventano sempre più timorose e incerte.

E i pastori? Aiutati dai cani, sono assenti, distratti e distanti da tutto ciò. La nostra Comunità è convinta che le sue esigenze siano poco ascoltate, le sue ansie e le sue aspettative male interpretate e che le risposte date o proposte siano velleitarie e decontestualizzate. Parto da un esempio concreto. Vi è un moltiplicarsi di offerte di associazioni per un supporto psicologico alle persone. Riteniamo che rappresentino una risposta inadeguata, non solo perché sarebbe necessaria una sorveglianza attiva delle istituzioni, Azienda Sanitaria e Comuni in primis, sulla qualità dell'offerta, ma soprattutto perché non sono la risposta che serve in questo momento ai bisogni della popolazione. A nostro avviso, molte paure e angosce, sono sicuramente allocate nell’insicurezza post pandemica e negli strascichi che essa ha sulla sicurezza sociale e sul benessere diffuso che le nostre terre hanno vissuto sino ad oggi. Però esse sono esigenze legate a fatti concreti che richiedono risposte immediate. Sono diverse dalle “mance” messe in circolazione come i bonus psicologo. Mance spesso "tarocche", o solo annunciate, poiché per averle, servono requisiti (sovente omessi nella comunicazione) certificati dall'ISEE, come succede per le bollette del caro riscaldamento e luce (le prebende sulle bollette richiedono un reddito massimo che taglia fuori tanti, troppi pensionati. Essi sono poveri per le bollette, ma ricchi per le regole delle prebende). Oppure mance date a qualche categoria professionale, come il contributo di 60 euro per la visita psicologica. Ma al posto degli psicologi, forse, andrebbero assunti più assistenti sociali, gente concreta che conosce il linguaggio della “pancia” delle persone.

Poi occorre correggere le distorsioni dei provvedimenti economici o le varie mance. Per esempio, la Carta europea della disabilità: è chiaro chi ne ha diritto, ma è complicata la sua richiesta. Occorre avere lo SPID (strumento individuale e personalissimo, che non permette delega), che ovviamente non è semplice da chiedere, ottenere, e infine gestire. Custodire il gregge dai lupi, come tu ben sai Ezechiele, significa anche informare le persone dei rischi e dei danni di iniziative non autorizzate dall'Azienda sanitaria, quale ad esempio lo screening mammografico erogato dai camper nelle varie piazze con l'appoggio entusiasta (irresponsabile?) di alcuni sindaci. Credo che dal punto di vista etico, l'Azienda sanitaria non possa esimersi dall'esprimere la sua opinione in merito, ma anche accertare e provvedere se non conforme agli standard assistenziali richiesti, impegnandosi a tutti i livelli per bloccare l'iniziativa, soprattutto in considerazione dell'eccellenza delle attività di Screening e della Breast Unit di cui essa dispone. Infine, come pastori preoccupati del valore del gregge, vorremmo si continuasse a assicurare qualità per la Salute mentale e i disturbi della personalità, molto diffusi. Questo è un tema di sanità pubblica che non può essere delegato a nessuno.

Perché mi rivolgo a te, Ezechiele? Intanto, per stima personale e conoscenza, acquisita. E poi: se non a te, per interposta persona e nell'astratto dei pensieri, a chi? Non possiamo affidarci, come gli antichi, agli dei. Essi oggi sono troppo deboli e indaffarati verso altro. Non possiamo neppure pensare agli umani, che spesso ci dicono: "Cosa possiamo fare?". Non ci resta caro Ezechiele, che sperare che tu - forte dell'antica esperienza e dell'impegno datoti da chi più di noi sapeva - possa guidare il gregge, proteggendo il lupo tanto amato dai più, riuscendo a salvare il futuro della nostra generazione.

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