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Giovedì, 25 Aprile 2024
Dalla Rete San Liberale

Il futuro? I manager ponti ad affrontare rischi e paure con il coraggio

Riflessioni e spunti dal convegno su “Il coraggio della paura”, organizzato da Federmanager Treviso e Belluno. Tra gli ospiti il direttore del Censis, il sindaco Mario Conte ed il rugbista Mauro Bergamasco

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

La paura come emozione positiva da cui nasce il coraggio di affrontare le grandi sfide del domani. È un messaggio di ottimismo e di fiducia quello che è emerso oggi al convegno “Il coraggio della paura. Superare le incognite del futuro con la forza delle idee”, organizzato da Federmanager Treviso e Belluno, associazione che comprende oltre 1200 dirigenti d’azienda delle province trevigiane e bellunese, tenuto presso l’Auditorium Fondazione Cassamarca di Treviso. Ottimismo declinato attraverso le diverse visioni legate alla paura e al coraggio degli ospiti presenti alla tavola rotonda, moderata dal giornalista Claudio Brachino, direttore de “Il Settimanale”. Ospiti che, proprio perché appartenenti ad ambiti molto lontani tra loro, hanno saputo offrire spunti e riflessioni a tutto tondo alla platea presente. “I manager – ha detto il sindaco Mario Conte, nei saluti iniziali del convegno – sono persone che per competenza e per un percorso di crescita personale hanno una visione che non deve limitarsi all’azienda che rappresentano, ma deve essere condivisa nella comunità. Specie in momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo. Perché solo se sapremo far sistema usciremo rafforzati Abbiamo bisogno della vostra competenza, del vostro pragmatismo e della vostra professionalità”. “La sensazione che si stia entrando in una nuova età dei rischi è molto netta¬ – ha detto il direttore generale del Censis Massimiliano Valerii, presentando i dati dell’ultimo rapporto 2022 sulla società italiana –, rischi globali che, tra l’altro, sono fuori dal nostro controllo. La reazione da parte delle famiglie italiane, attanagliate dall’incertezza, è stata paralizzante. E lo si vede dai comportamenti di consumo e investimento, che hanno creato una bolla di risparmio senza precedenti, pari alla cifra record di 1200 miliardi di euro, sottraendo risorse indispensabili all’economia reale”. “La paura, come la preoccupazione, sono due sentimenti che in azienda non servono – ha continuano il manager trevigiano Giorgio Presca, chief executive officer del marchio di pelletteria, calzature e accessori Furla – è essenziale invece, di fronte a situazioni di rischio, reagire con professionalità, disciplina, capacità gerarchica e preparazione costante. Ovvero pianificando il futuro. Le vere paure, per un manager, sono l’ignoranza e l’impreparazione”. “Per essere coraggiosi, bisogna aver prima di tutto paura – ha spiegato il colonnello Emanuele Chiadroni, comandante del 51° Stormo di Istrana, che ha raccontato la drammatica esperienza vissuta a Herat nel 2015 in Afghanistan, che gli è valsa la medaglia d'argento al valore aeronautico per “indomito coraggio”. “A differenza dei manager, nel nostro lavoro siamo allenati a dover prendere decisioni cruciali in pochissimi secondi. L’aspetto fondamentale, in situazioni di crisi, è la preparazione, la consapevolezza dei propri limiti e il senso di lealtà. Sono questi gli elementi che ci hanno permesso di portare in salvo i nostri commilitoni in una situazione di estremo pericolo come quella”. “La paura – ha detto suor Myriam D’Agostino del monastero benedettino di Bastia Umbra, monaca e giornalista – è una delle emozioni più arcaiche dell’uomo. Nella Bibbia è la prima condizione che l’uomo riconosce ed è l’ultima delle emozioni che si ritrova dell’Apocalisse. Appartiene quindi all’umano dall’inizio alla fine. La capacità di riconoscerla, ci permette di compiere azioni di coraggio, attraverso la fiducia e la speranza. La paura ci fa riconoscere i nostri limiti e ci fa agire di conseguenza”. “Nello sport come in azienda bisogna imparare a trovare anche il giusto equilibrio tra paura e coraggio – ha continuato l’ex azzurro di rugby Mauro Bergamasco – perché quando nel cuore manca coraggio, il rischio è che quello spazio vuoto venga riempito dalla paura. Il coraggio va alimentato, ha bisogno di essere allenato e nutrito, la paura invece si nutre solo di se stessa. È qui entra in gioco la nostra capacità di governarla”. “Non dobbiamo spaventarci di quello che il mondo ci offre – ha concluso il direttore generale di Federmanager, Mario Cardoni – ma avere fiducia e soprattutto consapevolezza delle nostre capacità. Per affrontare la paura bisogna innovare i modelli di governance delle imprese, cambiare la cultura d’impresa e creare le condizioni per gestire e non subire le complessità che ci vengono poste di fronte”.

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