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Airlink aeroporto-centro: almeno il 90% dei viaggiatori lo usa per prendere il treno

Il commento di Gigi Calesso, Coalizione Civica per Treviso

All’inizio di aprile dello scorso anno l’amministrazione cittadina ha magnificato l’inizio delle corse di Airlink, il servizio navetta di Mobilità di Marca tra l’aeroporto Canova e il centro della città. Dopo due mesi di attività del nuovo servizio il Sindaco Conte ne ha sottolineato dei risultati, a suo dire, estremamente positivi: 20.000 passeggeri trasportati dagli autobus di MOM sulla tratta Airlink. A dire il vero, sono 1.500.000 almeno i passeggeri che atterrano ogni anno al Canova, cioè 250.000 ogni due mesi, forse anche 300.000, al cui confronto sono ben poca cosa i 20.000 che hanno utilizzato il nuovo servizio di collegamento diretto con il centro. Non è certo con questi numeri che si trasforma radicalmente il rapporto tra città e aeroporto, anche perché già un terzo delle persone che sbarcano al Canova raggiungevano Treviso e i 20.000 in questione, con ogni probabilità, sono una parte di questi e sarebbero arrivati in centro in ogni caso.

Ma il problema va oltre ed è quello di come viene utilizzato il servizio Airlink. In buona sostanza: i viaggiatori che arrivano dal Canova alla stazione raggiungono il centro della città, i suoi alberghi e ristoranti, i servizi, i luoghi di interesse culturale e turistico o si infilano immediatamente in stazione per saliere sul primo treno diretto a Venezia? A quasi nove mese dall’inizio dell’attività di Airlink è possibile tracciare un primo bilancio proprio dell’utilità del servizio rispetto alla rivitalizzazione della città sotto il profilo turistico e, più in generale, economico. Andando a verificare di persona si può notare come solo una minima parte (direi circa il 10%) dei viaggiatori che salgono al Canova scendono alla fermata di Viale della Repubblica, probabilmente per raggiungere uno degli alberghi della zona) mentre la maggior parte (probabilmente oltre il 90%) scendono di fronte alla stazione e, di questi, solo pochissimi si dirigono verso il centro della città, la stragrande maggioranza raggiunge la stazione ferroviaria.

Mi pare evidente, quindi, che il servizio Airlink viene utilizzato in combinazione con il trasporto ferroviario da Treviso a Venezia perché, con ogni probabilità, ha il miglior rapporto tra costo e tempi sul percorso aeroporto di Treviso-Venezia Mestre. Si sa che gli utilizzatori del trasporto aereo low cost sono molto attenti ai tempi e alla spesa del trasferimento dallo scalo aeroportuale alla località cui sono diretti: mi pare evidente che il nuovo servizio di MOM permette (appunto in  abbinamento con il treno) di raggiungere Venezia con tempi e costi concorrenziali rispetto a quelli degli altri servizi: autobus diretto, taxi…

Questo deludente risultato del servizio Airlink rispetto alla capacità di attrarre viaggiatori verso la città non mi pare, francamente, inaspettato. Si sa, infatti, che la maggior parte di visitatori e turisti programma il proprio itinerario, i luoghi da visitare e quelli in cui risiedere già prima della partenza e non cambia certo le loro intenzioni il fatto di utilizzare una autobus che porta alla stazione ferroviaria di Treviso invece che quello che arriva direttamente a Venezia. E’ risaputo, infatti, che l’attrattività turistica di una città si costruisce nei luoghi di provenienza di potenziali visitatori e turisti, non certo con i servizi di trasporto dell’”ultimo miglio”. Sotto questo profilo, un altro fallimento è quello delle “grandi mostre” di Conte. Durante l'amministrazione Manildo c'era chi, anche nell'allora maggioranza, contestava, a ragione o a torto, la valenza culturale delle grandi mostre di Goldin (mostre "Blockbuster", mancata valorizzazione del patrimonio dei musei civici...).

Non ho mai ritenuto che questo fosse il problema perché ho sempre pensato che quel tipo di eventi (con gli investimenti che l'amministrazione comunale ha compiuto per la loro realizzazione) fosse da valutare per la capacità che avrebbero avuto di far venire in città visitatori e turisti, di far scoprire Treviso a chi non l'aveva mai sentita nominare e avrebbe continuato a misconoscerla se non fosse stato attirato dalle grandi mostre.

Oggi sembra che, secondo i commercianti del centro l'affluenza di visitatori e turisti in occasione delle mostre organizzate da questa amministrazione (Da Vinci experience, NBA, La natura in posa) non è paragonabile a quella dell'epoca delle grandi mostre di Goldin. Tra l'altro, alcuni dei commercianti ed esercenti interpellati lamentano come sia mancata da parte dell'amministrazione la capacità di comunicare, di far conoscere all'esterno della città la presenza delle mostre, in particolare di quella attualmente in corso. Ironia della sorte, l'inadeguatezza della comunicazione era ciò che rimproveravano all'amministrazione Manildo le opposizioni dell'epoca, oggi maggioranza. A che servono, allora, le "grandi mostre" di Conte?

Gigi Calesso - Coalizione Civica per Treviso

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