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Venerdì, 19 Aprile 2024
Dalla Rete Sant'Antonino

A Treviso un "libro sospeso" per la libertà

La dedica, il dono e il valore della sussidiarietà sociale, nel progetto ideato per regalare un libro ai carcerati

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

"La pandemia ha cambiato il valore del mio tempo libero e con esso ho avuto anche una diversa dimensione dell’apprendere e del sapere. Le stupidaggini e le scemenza televisive mi hanno spinto verso la lettura in generale, verso i libri in particolare. Avevo prima una lettura molto legata alla professione e all'impegno sociale. Non avevo tempo e neppure voglia di altre letture. In questo frangente, ho invece scoperto i classici riletti e contestualizzati e le biografie. Queste ultime mi consentono di legare i miei ricordi storici, dandone una rilettura. Ho visto e sto rivedendo fatti importanti e spesso drammatici in un'ottica nuova e diversa. Con il libro mi è scaturita anche la passione delle biblioteche. Tanto che non capisco, né ovviamente condivido, l'indifferenza, scuola compresa, verso un luogo importante per il sapere come le biblioteche. Com'è decisamente inspiegabile la medesima indifferenza che mostrano i Comuni, specie i piccoli. Problema di costi, si dice. Ma credo sia una scusa, anche perché si potrebbero utilizzare dei volontari, a cominciare da me. Ho fatto questa premessa per inserire qui l’idea avuta assieme: Libreria Paoline di Treviso, don Pietro Zardo cappellano della Casa Circondariale di Treviso e Cittadinanzattiva, del progetto “libro sospeso“ per i carcerati. L'idea è analoga a quella del più noto "caffè sospeso" di origine napoletana. È stato ed è un gesto di forte solidarietà, poiché legato a una dei riti più diffusi e connessi alla profonda tradizione storica napoletana come il caffè. Peraltro, tale tradizione è legata anche alle forti ed esplicite relazioni sociali vissute nelle strade. Collegare questa idea al libro, non era facile né tanto meno scontato, ma era doveroso provarci. Come spesso capita, la casualità si lega ad una cortesia fattami da un'amica. Il suo aiuto, con una sua telefonata, attiva la catena delle persone che devono starci. Da lì si comincia, senza incontrare difficoltà. Un sì deciso e vero di una rete di persone con ruoli importanti. Il "libro sospeso" fin dall'inizio ha avuto una destinazione chiara e precisa: le persone detenute nella Casa Circondariale di Treviso. Attorno a questo abbiamo costruito con il cappellano della Casa, don Pietro Zardo, la libreria di cultura e storia cattolica, partner naturale per la sua predisposizione verso la solidarietà alle persone. La scelta dava un solo nome: la libreria Paoline di Treviso, con suor Fatima e le sue preziose collaboratrici. Infine, la disponibilità del destinatario: la Direzione della Casa Circondariale, con il direttore dottor Alberto Quagliotto. Insieme a tutti, noi volontari di Cittadinanzattiva Treviso. Abbiamo lavorato su tre punti importanti: il dono di un libro, nuovo e donato. La Direzione del carcere, l'avrebbe consegnato ad una persona, non identificata, se non per categoria sociale (detenuto). Un gesto di solidarietà concreta verso una persona, che almeno dal punto fisico ha delle privazioni forti, la mancanza di libertà. La lettura di un libro in carcere, come ha detto il direttore della Casa Circondariale, nell'illustrare l'iniziativa, "può essere un momento di contatto tra due sfere di pensiero: quella dello scrittore e quella del lettore, in un ambiente dove non il pensiero, ma la quotidiana materialità di muri, porte e sbarre, rischia di dominare lo spirito. La lettura diventa pertanto un atto di insopprimibile libertà interiore, ancora prima che naturale veicolo di trasmissione di contenuti, svago, di bellezza e profondità". Questa sua considerazione è importante legarla anche ad un'altra sua riflessione: "Il carcere è uno dei pochi luoghi in cui la parola incisa sulla carta conserva ancora un suo altissimo e peculiare valore. È infatti la parola della lettera, che ancora viene scritta a mano ed inviata alle persone care; è la parola della lettera, che da casa si riceve; è la parola, infine, che si trova scritta sui libri, allineati sugli scaffali delle biblioteche delle carceri. Non è volatile, come quella del web, bensì concreta, si tiene fra le mani. È una parola importante: che si guarda, si scruta, su cui si può ritornare, per carpire il pensiero che lo scrittore gli affida e che a sua volta diventa seme, per far nascere e coltivare il pensiero personalissimo, che il lettore, proprio da quella parola, fa scaturire". Anche in antichità, si è dato valore allo scritto e alla parola. Possiamo ricordarci, sia il famoso detto latino " Verba volant, scripta manent" che quello più nostrano "Carta canta, villan dorme". Per questa idea ci voleva una specie di collante, per dare più senso alla sua ragione e missione. Si è quindi pensato alla Quaresima. Da sempre, infatti, essa è considerata il tempo cristiano della riflessione. È il tempo privilegiato per agire a favore di altri. Questa carità cristiana, nel tempo è divenuta un valore sociale universale, fatta di generosità spontanea, spesso a favore di una situazione più che di una persona diretta. Lo si sta dimostrando, ad esempio, in questo periodo con la sussidiarietà caritatevole verso il popolo ucraino, a prescindere da una relazione specifica con una persona. Questo valore caritatevole molto forte, diventa forza trainante della sussidiarietà sociale universale. Per questo abbiamo preso il "tempo della Quaresima" come riferimento della nostra iniziativa. Questa sussidiarietà ha come fondamento il dono. Il "sospeso" è il dono di un libro. Si tratta di un gesto in piena liberalità e decisione autonoma, a favore di una persona che si conosce solo per il suo stato sociale (detenuto). Di chi dona, non si sa nulla. Nel dono fatto ad una persona conosciuta nell'identità, ognuno di noi (donante) ripone alcune sue considerazioni. Suor Fatima, della libreria Paoline di Treviso, per la materializzazione di cui parlava il direttore della Casa Circondariale di Treviso, Alberto Quagliotto, ha pensato ad una dedica sui libri donati. Cosa assai difficile da fare. Anche per gli stessi scrittori. Tant'è che oggi, nelle presentazioni ufficiali dei libri, per evitare delusione nelle aspettative del lettore, questa prassi della dedica è stata derubricata a "firma-libro". La dedica è valore umano poiché formalizza il mio dono ad una persona a me sconosciuta, e sintetizza la mia decisione solidaristica. Ma come è stata acquisita questa iniziativa dalla città di Treviso ? Bene, con molto interesse e curiosità. Con attenzione spesso formalizzata nell'acquisto di un libro, e in altri casi, solo con la conoscenza nuova di una realtà viva dentro la città. Realtà di cui spesso si fa finta di non sapere e vedere. La libertà del libro, perché? L'idea di noi organizzatori, in questo caso Cittadinanzattiva e la Libreria Paoline di Treviso, ci siamo basati "sulla convinzione che tutti i luoghi di socializzazione, anche forzata come le carceri, debbano essere fornite di biblioteche. Regalare un libro alle persone detenute, aiuta a uscire, anche se per poco e in modo illusorio, dalla dura realtà in cui si trovano. Il libro è sicuramente uno spunto di riflessione, una buona occasione di miglioramento e poi, ci sono libri che possono cambiare la vita". La solidarietà quaresimale del libro donato, vale fino al 16 aprile 2022, Sabato Santo. Si può esercitare direttamente alla Libreria Paoline di Treviso, in piazza Duomo". Giancarlo Brunello Coordinatore Cittadinanzattiva della Marca Trevigiana

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