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Mom, c'è l'accordo aziendale: entro settembre il referendum

Chiusa positivamente la vertenza della nuova azienda unica di trasporto pubblico, Mobilità di Marca, per un contratto unico per tutti i lavoratori

Dopo un anno di confronto è stato sottoscritto l’accordo aziendale alla Mobilità di Marca, la nuova azienda unica di trasporto pubblico della Marca in cui sono confluite Actt, LaMarca, Ctm e Atm.

La vertenza, chiusa il 5 settembre, ha portato alla stipula di un’ipotesi di unico contratto aziendale che ha riscosso il parere positivo di Fit Cisl.

Si tratta di un accordo importante – commenta Dario Gambini, segretario della Fit Cisl Belluno Treviso – che è stato responsabilmente firmato da tutte le sigle sindacali presenti nelle quattro ex aziende, a dimostrazione della volontà di trovare spazi di unità sindacale utili a dare alla cittadinanza della Marca e ai lavoratori un efficiente servizio di trasporto pubblico. L’accordo è ancor più significativo se si considera il periodo in cui è stato siglato. Il trasporto pubblico locale, infatti,  sta affrontando in questi anni un periodo di crisi, dovuto alla diminuzione dei trasferimenti economici stanziati dalla Regione alle aziende".

Secondo quanto riferito dai sindacati, il progetto di fusione delle quattro aziende presentava inoltre enormi difficoltà a causa dalle forti diversità di trattamento normativo, contrattuale, organizzativo e salariale tra i lavoratori delle diverse aziende, in tutto 611.

Importanti, secondo i sindacati, soprattutto i risultati ottenuti sul piano della tutela normativa riguardante i lavoratori più deboli: contratti a termine, part-time e inidonei: “La nuova normativa – spiega il segretario della Fit Cisl Belluno Treviso - consente infatti sul piano occupazionale una maggiore tutela”.

L’accordo obbliga l’azienda a far sì che gli attuali contratti a termine non eccedano i 36 mesi di servizio, inserendoli in una graduatoria che prevede il passaggio a tempo indeterminato in base all’anzianità di servizio. Per gli attuali lavoratori impiegati a tempo parziale, l’azienda si è impegnata entro il mese di novembre a trovare una soluzione definitiva assieme alle organizzazioni sindacali.

Qualora si liberino o si creino rapporti di lavoro, inoltro, in assenza di ristrutturazione è previsto l’obbligo della trasformazione immediata del contratto a tempo indeterminato full time. L’accordo prevede poi la ricollocazione del personale inidoneo, sia esso temporaneo o definitivo, impegnandolo in mansioni  consone alla loro condizione fisica.

E’ prevista infine la creazione di un welfare aziendale che metterà al centro le politiche per le pari opportunità, creando dei turni che possano conciliare la vita familiare con quella lavorativa.

“Questo risultato - conclude Gambini - è stato possibile anche grazie al fattivo contributo della Consigliera di Parità della Provincia di Treviso Stefania Barbieri alla quale vanno i nostri ringraziamenti”.

Ora la parola passa agli oltre 600 lavoratori che, con un referendum previsto per la fine del mese di settembre, decideranno sulla validità o meno sull’accordo.
 

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