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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

In pensione prima con R.I.T.A, il modello che conviene a lavoratori e imprese

A dieci anni dal “silenzio assenso” scocca l’ora dell’artigianato: siglato l’accordo che determina l’accesso alla previdenza complementare per oltre sedicimila dipendenti veneti

TREVISO Il 2017 si chiude con oltre ventimila nuove adesioni per Solidarietà Veneto, che supera i settantamila associati e si conferma come il Fondo pensione largamente più diffuso in regione.

Se da una parte il numero delle adesioni “ordinarie” è molto elevato, e superiore ai risultati degli ultimi anni (4.000 nuovi associati), dall’altra una delle grandi novità del 2017 è l’attivazione nel mondo dell’artigianato, della cosiddetta “adesione contrattuale”. Nella Marca sono ben 4.250 i dipendenti dell’artigianato che, per effetto degli accordi regionali (Confartigianato, CNA, Casartigiani - Cgil, Cisl e Uil), hanno scelto Solidarietà Veneto, avviando così il loro percorso previdenziale. È un primato per Treviso, che diventa la prima provincia in Veneto nell’ambito dell’artigianato. “Il contributo versato dalle imprese artigiane a favore dei propri dipendenti - spiega Franco Lorenzon, Presidente di Solidarietà Veneto – costituisce un primo passo al quale dovremmo farne seguire altri, a cominciare dal servizio e dall’assistenza per lavoratori ed aziende, da offrire in sinergia con le Parti sociali. Anche in questo senso Treviso è già un modello da seguire”.

Molte, a tal proposito, sono le richieste di consulenza sulla “R.I.T.A.” (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata), che riscuote grande interesse anche fra i neo-associati. Disciplinata in via definitiva dalla Legge di bilancio per il 2018, è lo strumento consente di accedere alle pensioni erogate dal Fondo prima di aver maturato i requisiti INPS. Andare in pensione senza avere 70 anni, pagando molte tasse in meno, non è più un sogno; è la “flessibilità in uscita”, un argomento sul quale i cittadini vogliono confrontarsi: ecco spiegate le oltre 3.000 presenze nell’anno ai 46 sportelli InfoFuturo distribuiti in tutta la regione. Ma uno dei punti chiave, per la riuscita del nuovo modello previdenziale, sono le risorse messe dallo stato per agevolare le imprese, specialmente quelle di piccole dimensioni, i cui dipendenti decidono di versare il TFR ai fondi pensione. “Parliamo delle misure compensative - specifica Andrea Bolla, Vicepresidente del Fondo - una serie di benefici fiscali e contributivi che, assieme al minor costo per la rivalutazione del TFR, consentono alle imprese più piccole un risparmio annuo pari indicativamente al 20-25% del TFR stesso per ciascun dipendente”. E le aziende, lasciati alle spalle gli anni della crisi, se ne stanno accorgendo. Ne dà conto Paolo Stefan, Direttore del Fondo: “Sono sempre di più gli artigiani che ci contattano per trasferire al Fondo il TFR maturato e maturando dei loro dipendenti. Gli imprenditori più attenti si sono accorti che, con gli attuali bassi tassi di interesse, non è facile garantire ai dipendenti la remunerazione del TFR prevista dalla legge. Preferiscono quindi indirizzarlo ai Fondi, abbattendo i costi.” L’ufficio studi di Solidarietà Veneto ha prudenzialmente stimato che il risparmio potenziale per le aziende artigiane venete vale circa 50 milioni di euro l’anno: una cifra veramente rilevante. Il 2017 è stato anche l’anno della legge regionale sul “welfare territoriale” che ora, a valle del referendum sull’autonomia, è diventata materia di trattativa con lo Stato. “Condividiamo la visione della Regione” – spiega il Presidente del Fondo Franco Lorenzon – “perché crediamo sia necessario far evolvere l’attuale modello di “welfare integrativo” verso un modello di “welfare integrato” nel territorio, in cui il cittadino usufruisca di strumenti fra di loro coordinati ed integrati, generando efficacia ed efficienza”.

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