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Cna Nordest, la guida passa al Veneto: Conte nuovo coordinatore

Il trevigiano Alessandro Conte, presidente di Cna Veneto, è il nuovo portavoce del coordinamento triveneto. Asolano, classe 1954, è fondatore dell'impresa Rtve

Cna Nordest esprime forte preoccupazione per l’instabilità politica nazionale e per la destinazione delle risorse del Recovery Plan. Il coordinamento triveneto (Cna Veneto, Cna Friuli Venezia Giulia e Cna Trentino Alto Adige) si è riunito venerdì mattina 15 gennaio in videoconferenza per programmare le attività del 2021. Il primo atto è stato il passaggio di consegne da Claudio Corrarati, portavoce uscente e presidente di Cna Trentino Alto Adige, a Alessandro Conte, nuovo portavoce e presidente di Cna Veneto.

Classe 1954, asolano, attuale presidente della Cna provinciale Treviso, Alessandro Conte è fondatore della Rtve, impresa che opera dal 1975 nel settore dell'impiantistica e delle telecomunicazioni e che oggi dà lavoro a 16 dipendenti. Tra il 1995 e il 2004 è stato sindaco della sua città, Asolo, e da molti anni è impegnato nell'attività di rappresentanza del mondo della piccola e media impresa, all'interno del sistema Cna. I presidenti ed i direttori delle tre Cna (Alessandro Conte e Matteo Ribon  per il Veneto, Claudio Corrarati e Gianni Sarti per il Trentino Alto Adige, Nello Coppeto e Roberto Fabris per il Friuli Venezia Giulia) hanno espresso «forte preoccupazione per l’evoluzione politica nazionale delle ultime ore, che porta ulteriore incertezza per le imprese delle rispettivi regioni, in un clima già pesantemente compromesso dalla pandemia e con, all’orizzonte, ulteriori e prolungate restrizioni per le attività economiche, rese peraltro di difficile interpretazione a causa di stratificazioni normative nazionali e regionali, a volte persino comunali, che rendono il quadro difforme tra territori limitrofi».

«In questo contesto che non tiene conto delle necessità e delle difficoltà delle micro, piccole e medie imprese - rileva Cna Nordest - rileviamo la disattenzione programmatica nella stesura del Recovery Plan verso il tessuto delle Pmi, molto sviluppato nel Nordest, il quale necessita piani di intervento che valorizzino le aziende e il loro forte legame, anche occupazionale, con il territorio. Ed è su questo punto che dovrebbe incentrarsi il dibattito, prima ancora che sugli equilibri politici, i quali sono comunque necessari per garantire stabilità gestionale nel medio periodo».

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