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Asolo Prosecco Superiore Docg: una rivelazione ogni anno

La vendemmia 2012 conferma la qualità dell'Asolo Prosecco Superiore Docg, una rivelazione di anno in anno

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Una vendemmia di immutata qualità quella del 2012 per l’Asolo Prosecco Superiore, che con la sua denominazione, garantita dal 2009, rappresenta una produzione di eccellenza che nasce in un terroir dalla limitata produzione e dall’elevata qualità.

Uno Spumante ottenuto, come nel caso del più conosciuto Prosecco Superiore D.O.C.G. dell’area di Conegliano e Valdobbiadene (al quale nulla ha da invidiare) da uve Glera, vitigno generoso e naturalmente di grande stoffa.

A fare la differenza è proprio il terreno del Montello, che il passaggio del fiume Piave rende argilloso e calcareo, ideale per le uve Glera. Il caldo eccezionale dell’estate appena terminata ha reso necessarie le piogge di questi giorni, per completare la maturazione dell’uva. Per contro, una stagione così calda ha perlomeno favorito un attacco minimo da parte delle malattie e ha arrecato solo qualche “scottatura” dei vitigni maggiormente esposti.

“La quantità di produzione prevista, seppure sia stata ridimensionata dalla siccità rispetto a quanto prometteva in primavera, è comunque superiore alla media e anche il prezzo delle uve si manterrà positivamente stabile sui valori dello scorso anno", dichiara Armando Serena, Presidente del Consorzio Tutela Vini Montello-Colli Asolani.

La qualità non è stata quindi intaccata e anzi, rimane inalterato l’entusiasmo con cui ogni anno questa singolare produzione di Asolo Prosecco Superiore DOCG viene portata avanti e si afferma ogni anno come un prodotto di nicchia e di qualità, tanto da poter ambire anche a nuovi riconoscimenti. Sono solo 13 i produttori che realizzano appena 1,5 milioni di bottiglie all’anno. A rendere ancora più esclusiva questa produzione c’è un disciplinare particolarmente rigido, che impone una resa massima di uva ettaro molto bassa, con una densità minima di 3000 ceppi per ettaro nei nuovi impianti ed un estratto secco nel vino di almeno 15 g/l.

“Il nostro prossimo obiettivo – continua Serena - è la valorizzazione dell’altra nostra produzione di qualità: il Montello. Vogliamo che i consumatori imparino a riconoscere questo grande vino rosso senza doverne specificare il colore nella sua denominazione. Vogliamo che diventi un simbolo del territorio e il sinonimo di una passione portata avanti con cura e attenzione. Viviamo questa come una sfida per tutti noi produttori, una scommessa che vorremmo vincere già nel 2013”.

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