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Economia

Assindustria Venetocentro, Destro: «L'industria è ripartita e le imprese assumeranno»

Riparte la domanda di lavoro delle imprese: a giugno stimate 15.230 assunzioni e in giugno-agosto 37mila (120mila in Veneto), più che nel 2019. Ma il 60% di laureati Stem e tecnici specializzati è introvabile

Si è svolta venerdì l’Assemblea Generale Privata di Assindustria Venetocentro, con la partecipazione in presenza (Opendream, area ex Pagnossin Treviso) dei soli componenti il Consiglio Generale o con altri incarichi associativi e in videoconferenza degli Associati, tenuto conto delle disposizioni tuttora vigenti sul distanziamento.

Il Bilancio 2020, approvato dall’Assemblea, rileva una sostanziale tenuta dei ricavi (-1%) e un avanzo della gestione operativa, in miglioramento rispetto al Budget di periodo. Le azioni poste in essere hanno consentito un contenimento del 4% dei costi gestionali. I risultati della gestione hanno consentito di implementare la qualità dei servizi erogati in favore degli Associati, sviluppare l’attività progettuale, destinare l’avanzo di esercizio a riserve di patrimonio, anche per poter affrontare in futuro situazioni di difficoltà o shock esterni.

La Relazione sull’Attività, in un anno difficile e straordinario, ha reso ancora più visibile il ‘bisogno’ di Associazione da parte delle imprese e del territorio, conseguendo risultati importanti in termini di rappresentanza, assistenza e fidelizzazione nell’emergenza Covid-19 e nella progressiva evoluzione verso una condizione di ripartenza. Sono state erogate nel complesso 66.892 attività specifiche di consulenza (53.618 nel 2019); 72.904 tra azioni e relazioni con le imprese (60.891 nel 2019); 88.729 ore di formazione (Fòrema, Unis&F). Sono stati reingegnerizzati processi e modalità di lavoro.

La seconda parte dei lavori è stata dedicata al tema conduttore del “Capitale umano: leva strategica della transizione”, con gli interventi di Stefano Barrese, Responsabile Banca dei Territori Intesa Sanpaolo, Davide Bollati, Presidente Davines SpA, Ferruccio De Bortoli, Giornalista e Presidente casa editrice Longanesi, Francesco Profumo, Presidente Fondazione Compagnia di San Paolo e Presidente ESPC Business School di Torino, condotti da Andrea Cabrini, Direttore Class CNBC. Le conclusioni sono state di Leopoldo Destro, Presidente Assindustria Venetocentro.

La ripresa dell’economia di Padova e Treviso è iniziata, trainata da manifattura e investimenti. è prevista più rapida nel 2021 (Pil +5,6%) rispetto alla media del Paese (+4,8%). E comincia a trasferirsi anche alla domanda di lavoro, sia pure in modo eterogeneo tra settori. Sono 15.230 le assunzioni programmate dalle imprese a giugno (52.840 in Veneto), che salgono a 36.670 nell’intero trimestre giugno-agosto (120mila in Veneto), più di quelle registrate nel 2019 (elaborazione da fonte: Unioncamere-Anpal, Excelsior). Tecnologie, misure di sostegno e rilancio, però, non bastano per renderla duratura e stabile, senza i profili e le competenze di cui l’industria italiana e veneta in particolare hanno bisogno per realizzare la transizione 4.0, digitale e ambientale. Ingegneri e tecnici industriali, elettronici e informatici, laureati in matematica, fisica, in indirizzo chimico-farmaceutico, tecnici superiori Its. Difficilmente reperibili o introvabili per circa il 60% delle aziende.

In questo contesto, l’Assemblea Privata di Assindustria Venetocentro ha approvato le linee strategiche dell’impegno associativo scaturite dall’ampia consultazione della base associativa in quattro Assise Territoriali (aprile-maggio). Questi gli obiettivi assunti come priorità:

· promuovere la crescita del capitale umano del territorio, sviluppando una forte e permanente collaborazione con il mondo della scuola, pubblica e privata - dalla primaria all’università - e promuovendo altresì una partecipazione attiva delle imprese ai percorsi di formazione, qualificazione e riqualificazione professionale richiesti dai processi di transizione digitale, ambientale ed energetica posti a base del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr);

· promuovere, sia a livello associativo che presso i diversi interlocutori, pubblici e privati, ogni iniziativa utile a rafforzare la creazione di un moderno contesto territoriale metropolitano, attrattivo di investimenti, di capitale umano, di cultura, di ricerca e innovazione, per concorrere anche a definire compiutamente il vertice veneto del nuovo Triangolo Industriale;

· promuovere coerenti politiche attive, in partnership pubblico-privato, per affrontare le grandi sfide che economia e società dovranno affrontare nel medio-lungo termine: crisi demografica, rigenerazione ambientale in chiave sostenibile, infrastrutturazione del territorio, modernizzazione della Pubblica Amministrazione.

«Stiamo, finalmente, vedendo la fine di una lunga traversata nel deserto - ha esordito nel suo intervento Leopoldo Destro, Presidente Assindustria Venetocentro - che ha messo a dura prova la tenuta sociale ed economica del Paese. Abbiamo temuto che lo stop prolungato potesse ridimensionare il nostro sistema produttivo e la presenza italiana nelle filiere internazionali. Oggi possiamo dire, con orgoglio, che le nostre imprese hanno retto l’urto, hanno reagito e sono di nuovo impegnate a scalare le classifiche mondiali dell’export, a investire pensando al futuro e puntando sulla risorsa più importante: il capitale umano. Se il nostro Paese si è salvato, è perché ciascuno di noi, insieme a tutti i propri collaboratori, ha fatto bene il proprio mestiere. Gestendo la crisi sanitaria, continuando a lavorare, innovando, producendo ed esportando. Così come l’ha fatto quella parte della PA - sanità, scuola, pubblica sicurezza, enti locali - che ha saputo sacrificarsi e assicurare le funzioni fondamentali dello Stato».

Sul piano nazionale, è l’analisi del Presidente Destro, «abbiamo alla guida del Paese la figura più autorevole e credibile che potessimo esprimere. Credo che per la gestione di questa fase e, auspicabilmente, fino alla fine della legislatura, questa sia e rimanga la soluzione più utile per il Paese. Una soluzione che Assindustria Venetocentro chiese pubblicamente già nel marzo del 2020. Fummo criticati e restammo isolati, ma avevamo visto giusto. E questo è anche il modo di essere della nostra Associazione, la responsabilità di dire sempre, ad alta voce, il proprio pensiero senza fermarsi per calcoli di opportunità, o peggio, per paura».

«Il Pnrr non è solo ingenti risorse economiche ma è, soprattutto, la sfida e il vincolo a portare a termine le riforme di cui c’è bisogno. Abbiamo quindi l’opportunità, ma anche la responsabilità di ricostruire il Paese, dargli una chiara visione e una vera politica industriale che valorizzi, per il bene del Paese, il nostro sistema manifatturiero e dei servizi e le grandi potenzialità turistiche. Siamo pronti ad affiancare in questo sforzo le imprese e l’intero territorio».

L’intervento è entrato quindi nel concreto dell’azione a supporto del sistema industriale, alle prese con le nuove sfide. «La prima è quella della transizione verso una sostenibilità ambientale e sociale a misura di impresa e di comunità. Siamo già leader in Europa, per risultati, su decarbonizzazione, circolarità dell’economia e certificazioni. Non lo diciamo noi, lo dice il Ministero per la Transizione ecologica. Perciò non accettiamo lezioni di ambientalismo ideologico. Chiediamo invece attenzione, in Italia e in Europa, per evitare che obiettivi troppo ambiziosi e sbilanciati rispetto al contesto mondiale, possano mettere fuori gioco intere filiere industriali. Come imprese possiamo fare ancora molto. Temi come la rigenerazione del territorio, l’invecchiamento e la bassa natalità, su cui abbiamo avviato specifiche analisi e iniziative, ci devono vedere protagonisti attivi. Nei modi e tempi giusti».

La seconda sfida, è la trasformazione digitale. «Internet delle cose è il nuovo paradigma che sta cambiando modelli di business e territori. La cultura digitale sarà la caratteristica distintiva delle imprese e dei “luoghi” capaci di competere nel nuovo mondo. Territorialità e digitalizzazione le parole chiave. Nel nostro territorio stiamo già investendo sul futuro come pochi altri, ma il divario con le aree più avanzate del mondo è ancora ampio, in particolare sulle competenze ICT, e va colmato. è la precondizione per la competitività e l’internazionalizzazione del sistema produttivo e anche per la semplificazione della PA».

La terza sfida rilanciata nell’Assemblea privata, sottolinea Destro, è «la necessità di dare consistenza ed evidenza ad un vero spazio metropolitano, avanzato e attrattivo, che tenga in rete i territori di Padova, Treviso e Venezia-Rovigo. Un nodo urbano integrato, in grado di porsi con pari rango con Milano e Bologna, alla testa di uno dei vertici di quel nuovo triangolo industriale, che va configurandosi come una delle maggiori piattaforme economiche mondiali. Un tema complesso, che richiede visioni integrate e capacità di mobilitare pubblico e privato, in una progettualità di lungo periodo che renda il nostro territorio più attrattivo per i giovani, la finanza, gli investimenti, la cultura e la vivibilità». «Costruire soluzioni condivise su questo tema, componendo specificità e particolarismi, attivare e dare seguito a uno specifico contenitore, che raccolga tutte le forze attive del nostro territorio (associazioni, università, fondazioni, camere di commercio) che possono giocare un ruolo importante, al di fuori e al di sopra della competizione politica, credo sia uno degli obiettivi da perseguire quanto prima»

Infine, ma non ultima, la sfida che permea trasversalmente tutte le altre, quella del capitale umano. «La pandemia ha fatto emergere con grande forza il disallineamento di domanda e offerta: con il Pnrr diventano più che mai centrali le competenze, in particolare digitali e green. La sfida è costruire e valorizzare un capitale umano in grado di prendersi in carico tutte queste sfide e portarle ad esito positivo. è una priorità emersa nelle Assise e che abbiamo condiviso con il mandato dell’Assemblea. Su questo stiamo già lavorando intensamente, con progetti e investimenti rivolti agli studenti, ai giovani che entrano nel mondo del lavoro e a quanti hanno bisogno di riqualificarsi. Perché una classe dirigente privata, all’altezza del suo compito, non può limitarsi a invocare aiuti, deve anche saper mobilitare risorse per la scuola, i centri di formazione e la ricerca, per costruire valori culturali comuni che facciano crescere i livelli di conoscenza e di pensiero».

«E' necessario formare persone e, soprattutto, giovani con gli strumenti adeguati a rispondere non solo all’offerta del mercato del lavoro, ma anche al bisogno di decifrare le complesse dinamiche evolutive che riguardano l’economia e la società, il lavoro, la trasformazione di città e territori, le nuove dimensioni culturali e valoriali. Costruire una diffusa “cultura politecnica”, sintesi di saperi umanistici, conoscenze scientifiche e soft skill». Non c’è Recovery insomma, senza capitale umano e conoscenza. «Su questi obiettivi - insiste Leopoldo Destro - siamo pronti ad investire, anche in quella formazione lungo tutta la vita, che le nuove sfide richiedono».

«Per supportare tutte queste azioni e sfide - ha concluso il Presidente di Assindustria Venetocentro - sono necessarie autentiche “innovazioni di sistema”, indispensabili per concorrere fattivamente al rinnovamento e al riposizionamento competitivo del nostro sistema territoriale. E tra queste, la presenza di un sistema bancario e finanziario forte, plurale e competitivo, sempre più fortemente radicato nei territori».

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