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Economia

Assunzioni e Pil in aumento, Confapi Treviso: «Maggio il mese della svolta»

Bene settore primario e costruzioni, boccata d’ossigeno per commercio e turismo. Il commento del presidente Manuele Cavalli: «Voglio promuovere incontri e collaborazione tra realtà imprenditoriali»

Il mese di maggio 2021 ha rappresentato una rinascita nazionale: l'Istat rivede al rialzo le previsioni sul Pil, previsto al +4,7% nel 2021 e al +4,4 nel 2022 e indica una forte ripresa tanto sul versante delle esportazioni (rispettivamente +9,6% e +7,9%) che dell’occupazione (con le Unità lavorative annue al +4,5% e al +4,1%). Dai dati di contabilità nazionale è desumibile come nel lavoro dipendente le ore lavorate pro-capite nel primo trimestre 2021 risultino inferiori del -6,7% rispetto a quelle dell’analogo trimestre del 2019; un valore che scende al -5,7% nel manifatturiero e al -1,5% nelle costruzioni ma che ancora è al -14% nei servizi turistici e commerciali.

Il presidente di Confapi Treviso, Manuele Cavalli, commenta così i dati della ripresa: «Sono numeri che sintetizzano da una parte diversi problemi ma dall’altra evidenziano come, laddove non c’è stata una situazione di “forza maggiore“ (come la cancellazione della stagione invernale sulle piste da sci), la reazione è stata decisa e perseguita nell’ottica tipica della media impresa. "Rimboccarsi le maniche per superare l’incertezza e prepararsi alla ripresa" è stato il motto delle imprese. Questo però fa parte della capacità di reagire. La mia visione, ove possibile, contempla non solo la reazione ma più efficacemente, l’azione. In questo senso intendo promuovere, tramite Confapi Treviso, incontri e momenti di collaborazione tra realtà imprenditoriali, per stimolare un approccio attivo che consenta di cogliere le opportunità profilate nel "Recovery". Mi riferisco, ad esempio, al tema caldo dell’industria 4.0 e della digitalizzazione. Non voglio limitare l’efficace supporto di Confapi solo alla componente legata agli strumenti per utilizzare i vantaggi fiscali, gli aiuti per gli investimenti, e affrontare gli iter burocratici annessi, ma vorrei evidenziare (con dei corsi e degli incontri specifici) anche le reali opportunità di aggiornamento tecnologico per diversi settori - oggi molto lontani dal concetto di digitalizzazione - Esistono, infatti, tecnologie e reali opportunità per far “evolvere al digitale” settori, professioni ed oggetti; dobbiamo però farle conoscere stimolando l’innovazione».

L'analisi di Veneto Lavoro

Il mercato nel mese di maggio sembra finalmente rappresentare un punto di svolta, con il ritorno del volume delle assunzioni a livelli del tutto assimilabili a quelli del 2019 (53mila rispetto a 54mila, appena il -2%) e con un saldo largamente più positivo (+21.200 rispetto a +17.300).  È un bilancio numericamente imputabile ai contratti a tempo determinato che dopo aver a lungo sofferto si giovano della ripresa delle attività e vanno a colmare un vuoto preesistente. Il saldo tra assunzioni e cessazioni nei primi cinque mesi del 2021 è stato pari a quasi +39mila unità, un valore ancora lontano dalle +61.000 fatto registrare nell’analogo periodo del 2019, ma incomparabile con quello negativo fatto registrare nel 2020 (-4.500). Il bilancio per le tre tipologie contrattuali considerate è stato soprattutto positivo per il tempo determinato (+38.500 posizioni) mentre permane il segno negativo per l’apprendistato (-650); la dinamica delle assunzioni è ancora per tutti negativa in confronto al 2019 nonostante il forte recupero dell’ultimo mese per i determinati. La flessione della domanda di lavoro si è concentrata principalmente nei settori soggetti alle restrizioni (servizi turistici e commercio) ma non ha risparmiato anche quelli manifatturieri, a dimostrazione che il blocco del turnover determinato dall’impossibilità del licenziamento tende a “congelare” il mercato del lavoro; il settore primario e le costruzioni hanno mantenuto andamenti sostanzialmente positivi che si sono intensificati ed estesi all’intera economia a partire da aprile 2021. 

Va rilevato come nell’ultimo mese i saldi registrati nei settori del commercio, sia all’ingrosso che al dettaglio e nel turismo siano stati decisamente più positivi rispetto allo stesso mese del 2019: le riaperture hanno fatto sì che il reclutamento che era mancato nei mesi precedenti si concentrasse nell’ultimo periodo. Dallo scoppio della pandemia nel febbraio 2020 sino allo scorso maggio, il bilancio occupazionale grezzo del settore privato veneto, per quanto riguarda i tre principali contratti (Indeterminato, Determinato e Apprendistato), risulta positivo per +16mila posizioni lavorative. È un dato fortemente influenzato dal diffuso e prolungato utilizzo della  Cassa integrazione e dal provvedimento del blocco dei licenziamenti e che vede dinamiche diverse tra territori e settori. Belluno è l’unica provincia in terreno negativo (-4mila posizioni), penalizzata dalla cancellazione della stagione invernale e dalle criticità del comparto dell’occhiale, mentre dal punto di vista dei comparti produttivi troviamo una crescita per le costruzioni (+4.200), l’agricoltura (+5.800) e i servizi non turistici (+10.400) a fronte di una perdita di -2.800 posizioni lavorative del turismo e di -1.500 del manifatturiero. La manifattura, in particolare, sconta le contrazioni del sistema moda e, per l’appunto, dell’occhialeria (rispettivamente -1.700 e -750 posizioni), a fronte di bilanci positivi di metalmeccanico, farmaceutica e prodotti per l’edilizia.

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