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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Montebelluna

Caos banche popolari in tutto il Veneto: entro il 2019 chiuderanno ben 600 sportelli su 900

In attesa del definitivo "decreto salva banche", Intesa San Paolo ha annunciato che non ci saranno licenziamenti, ma gli esuberi saranno 3900 su un totale di centomila dipendenti

MONTEBELLUNA Sono ore calde a Roma per arrivare al testo definitivo dell'atteso "Decreto salva banche", un provvedimento necessario per cercare di "salvare il salvabile" da Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Dopo però l'acquisizione da parte di Intesa San Paolo emergono le prime importanti novità sul prossimo ridimensionamento territoriale dei due istituti bancari voluto anche dall'Unione Europea. Si parla infatti di dismettere entro il 20 giugno 2019 ben 600 sportelli su 900, con circa 3900 esuberi su un totale di centomila dipendenti. Non ci saranno però licenziamenti, a quanto scrive "il Gazzettino", ma solo eventuali adii volontari. Il tutto all'interno dell'area del Triveneto e comprese anche le filiali di Intesa Spa. I primi ad essere abbandonati dovrebbero comunque essere gli immobili in locazione, in base ad importo complessivo e scadenza del contratto.

“La vicenda della crisi delle due ex Popolari si chiude con una soluzione di responsabilità da parte delle istituzioni e sopratutto di Banca Intesa. I soldi dei contribuenti stanziati per il salvataggio siano impegnati con la più alta responsabilità sociale per tutelare territorio, economie locali, risparmiatori e le migliaia di lavoratrici e lavoratori che hanno attraversato due anni di angoscia interminabili. Ci confortano le dichiarazioni dell'AD Messina e la volontà di non licenziare nessuno e di usare solo la volontarietà per gestire le uscite”. Massimiliano Paglini, Segretario Generale della First Cisl Belluno Treviso, interviene sull'operazione di salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.

“Il progetto avviato domenica sera con il decreto legge e le delibere del cda di Intesa - afferma Paglini - conferma la correttezza delle nostre posizioni in merito allo scellerato progetto, della ex dirigenza guidata da Mion, di fondere le due ex popolari con la conseguenza di migliaia di licenziamenti. Quanto accaduto dentro e fuori le due ex popolari non si deve ripetere mai più: per questo riteniamo sia urgente istituire il reato di 'disastro bancario'. “Sembra lontano anni luce il periodo in cui Veneto Banca era stata scelta come agnello sacrificale sull'altare del fare apparire sana e dinamica la Bpvi. Era solo il 2014 - prosegue Paglini - Il successivo avvento della vigilanza Europa ha fatto emergere le incongruenze della vigilanza italiana che non vedeva ciò che era lampante: due banche gestite come 'cosa propria' da manager incapaci. Anche allora ci siamo opposti in tutti i modi e in tutte le sedi alla fusione. Il tempo ci ha dato ragione. Se fosse passato il progetto Zonin (prima) e Mion (poi) avremmo assistito ad un disastro sociale. Ora si facciano ripartire le due realtà per ridare vigore all'occupazione, alle economie dei territori e per ricominciare a creare valore”.

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