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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Pieve di Soligo

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Dodcg: il 2020 conferma il record del 2019

Ben 92 milioni le bottiglie certificate quest'anno, un traguardo inimmaginabile in un'annata funestata dal Covid

Il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG fa gli ultimi conti prima di chiudere questo anno che non ha risparmiato sfide e, con grande soddisfazione, arriva a calcolare 92 milioni di bottiglie certificate esattamente lo stesso numero di bottiglie raggiunte nel 2019, anno che molti osservatori definirono l’anno dei record. Un risultato che non sembrava immaginabile solo fino a qualche mese fa che, favorito dalle lungimiranti scelte fatte dal Consorzio, dimostra come lavorando sulla qualità del prodotto, sul valore della denominazione e sulla salvaguardia del territorio siano i pilastri della solidità della denominazione Conegliano Valdobbiadene e rappresenti la migliore salvaguardia nei contesti economici e di mercato più impegnativi, come quelli che stiamo attraversando.

“Chiudiamo questo 2020 con un ottimo risultato, particolarmente significativo pensando all’anno che ci stiamo lasciando alle spalle. Anche se non è stato semplice, abbiamo raggiunto veramente un risultato storico. Le aziende della denominazione hanno dimostrato capacità di adattamento alla situazione e serietà nell’affrontare, anche con misure severe che siamo stati costretti ad adottare, la realtà di mercato che ci minacciava soprattutto in primavera - afferma Innocente Nardi, Presidente del Consorzio di Tutela - Il risultato finale è dovuto a un forte recupero di dicembre che ha registrato un aumento delle certificazioni superiore agli anni precedenti, compensando così i risultati dei mesi più duri del 2020”.

La flessione è veramente minima rispetto alla chiusura 2019, parliamo di un –0,001%, e nonostante qualche timore manifestato nel corso dell’autunno per il peggioramento della situazione epidemiologica, il recupero è stato superiore alle aspettative. Come era già emerso dal Rapporto economico presentato l’11 dicembre scorso, questo risultato evidenzia lo stretto rapporto tra le aziende e il loro mercato. Le imprese, nel loro insieme, sono riuscite ad adattarsi ai canali di vendita in modo efficace rispetto alle necessità, in un contesto di forte limitazione delle vendite nella ristorazione, canale che in Italia e all’estero assorbe circa un terzo dei consumi in volume e più della metà in valore. La tenuta complessiva infatti è motivata dalla ricollocazione del prodotto su canali meno utilizzati negli anni precedenti, oltre che sull’e-commerce.

“I risultati del 2020 confermano la capacità di tutti noi produttori – ha ancora commentato il Presidente Nardi – di mettere in bottiglia un vino eccellente, prodotto con intelligente maestria da quel meraviglioso territorio che i nostri padri ci hanno lasciato e che noi sappiamo mantenere in modo sostenibile. Un territorio non solo riconosciuto Patrimonio dell’Umanità Unesco proprio per l’interazione tra uomo e natura, ma che rappresenta anche la più vasta area coltivata libera dal glifosato in Europa. Qualità di prodotto e salvaguardia del territorio che sempre più consumatori ci riconoscono e che la campagna pubblicitaria di queste settimane aiuta a ricordare e valorizza”.

Il valore che i consumatori riconoscono alla Denominazione è frutto di lavoro di un’intera comunità impegnata, in vigneto come in cantina, sul fronte della qualità del prodotto e della tutela del territorio di origine. Il Consorzio ha concertato l’impegno dei tanti attori della Denominazione proprio sui fronti della sostenibilità e della tutela del territorio; ha creato un vero e proprio laboratorio della sostenibilità, i cui risultati parlano con i fatti: dalla riduzione delle sostanze chimiche per la gestione del vigneto, fino al no al glifosato ottenuto di concerto con le amministrazioni comunali, che rendono le Colline di Conegliano Valdobbiadene la più vasta area di coltivo in Europa libera dal discusso fitofarmaco. La comunità del Conegliano Valdobbiadene, che ha trovato massima espressione con l’inserimento nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco, ha radici solide che affondano nella passione per il proprio prodotto e nella cura del suo territorio di origine, grazie alle quali è possibile non solo sostenersi nei momenti più complessi, ma guardare al futuro con fiducia.

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