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Confartigianato Treviso e fattura elettronica: "Rivoluzione senza vittime, a patto di essere ragionevoli"

Il punto di vista degli artigiani aderenti a Confartigianato Imprese Treviso. “Perché siamo il primo Paese al mondo a prevedere l'obbligo di fattura elettronica? Siamo certi sia questo il modo più efficace per combattere l'evasione fiscale?”.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

In Confartigianato Imprese Treviso, il maggiore fra i mandamenti Confartigianato della provincia, la questione fattura elettronica, obbligatoria per tutte le aziende dal 01 gennaio 2019, sta creando molti 'mal di pancia' fra gli associati. Se è discusso ampiamente durante il seminario tecnico "Fattura o sciagura elettronica?" mercoledì sera 20 giugno al centro congressi Ca' del Galletto, che sarà replicato il 28 giugno prossimo, dato il grande numero di adesioni.

Le RAGIONI dell'introduzione obbligatoria della fattura elettronica
L'Italia è il primo Paese al mondo a mettere fuorilegge la fattura di carta, dal 01 gennaio 2018, per attribuire legittimità alla sola fattura elettronica, in tutti i rapporti commerciali. Certo, viene da chiedersi perché altri Paesi - più avanzati del nostro tecnologicamente - non abbiano fatto altrettanto. Perché in Italia si è diffuso tanto entusiasmo per la fattura elettronica? Forse perchè permette la velocizzazione e l’economia dei processi amministrativi? Ebbene, non vi è dubbio che le imprese strutturate e dotate di una certa dimensione, beneficeranno degli automatismi derivanti dall'introduzione della dematerializzazione dei cicli di emissione, trasmissione e contabilizzazione delle fatture. Eppure, la ragione della fattura elettronica, è un'altra.

L’unico e solo motivo coltivato dal legislatore, è quello del gettito. Infatti, a fronte dell'introduzione dell’obbligo generalizzato di fattura elettronica, il Governo italiano si attende 2 miliardi di euro dal recupero di evasione. È però bene chiarire, al di là di ogni speculazione, che l’avvento della fattura elettronica rappresenta un fatto di progresso. La questione che gli artigiani pongono, non è tanto fattura elettronica si - fattura elettronica no, quanto piuttosto fattura elettronica obbligatoria - fattura elettronica non obbligatoria. Per inciso, si sappia che già da luglio 2016 era possibile optare volontariamente per l’emissione della fattura elettronica, ma pochissimi soggetti ad oggi vi hanno aderito. Qualche dato di riferimento: - le imprese associate a Confartigianato trattano in media 147 fatture all'anno (tra fatture attive e fatture passive); - esistono ragionevoli stime secondo cui il risparmio medio per fattura elettronica si aggirerebbe attorno ai 3 €; - ciò detto, il risparmio complessivo di una micro impresa, con l'introduzione della fattura elettronica, si collocherebbe al di sotto dei 500 € l'anno; - il costo minimo di adeguamento all’obbligo di emissione della fattura elettronica è stimato intorno a 500 €.

PROBLEMATICHE E PARADOSSI
“Tutto ciò premesso, c'è qualcosa che non torna!” - commenta il presidente di Confartigianato Imprese Treviso, Ennio Piovesan. “In fondo, stiamo parlando di poche centinaia di euro per impresa. Eppure, ciò che disturba maggiormente, è che per l’ennesima volta si sia pensato di introdurre per legge quello che nel resto del mondo è stato invece interpretato come un processo evolutivo, da compiersi in modo naturale e sulla base della maturata consapevolezza dei vantaggi previsti”. Dal 01 gennaio 2019 la fattura emessa in modalità diversa da quella elettronica, sarà considerata non emessa. “In questo modo, anziché diventare strumento per la lotta all’evasione fiscale, l'obbligo di fattura elettronica rischia invece di trasformare in evasori i malcapitati micro imprenditori che, non disponendo della necessaria tecnologia, ometteranno di produrre le fatture in formato elettronico (magari producendole comunque su carta). Senza contare che cambiamenti epocali come questo richiedono allo Stato, nella fattispecie all’Agenzia delle Entrate, dotazioni infrastrutturali che non possono essere create dall’oggi al domani”.

Ad esempio, seppure ad oggi manchino solo una quindicina di giorni all’entrata in vigore del primo dei nuovi obblighi di fatturazione elettronica (per acquisto carburanti e subappalti di iniziativa pubblica), le infrastrutture necessarie ancora non vi sono. Non solo. L'avvio di una complicata serie di rapporti tra utenti, intermediari in loro rappresentanza, ed Amministrazione, passa attraverso la formazione di deleghe, che - a differenza di quanto accadrà per la fattura elettronica - saranno per lo più prodotte, sottoscritte e registrate su carta. Infine, mentre la Commissione Europea - impegnata a portare a compimento la complessiva riforma dell’IVA in ambito comunitario - ha già formalmente proposto di sollevare dagli obblighi di fatturazione le imprese con volume di affari fino a 85mila € l'anno, “lo Stato italiano, pervicacemente, obbliga queste piccole imprese, come le nostre aziende artigiane, a conformarsi alla nuova disciplina della fatturazione elettronica”. “In conclusione - continua il presidente Piovesan - come categoria artigiana riteniamo sarebbe saggio ripensare all’obbligo di fatturazione elettronica. Quanto meno, sarebbe apprezzabile che il legislatore cogliesse l’opportunità di rinviare gli adempimenti che entreranno in vigore già il prossimo 01 luglio 2018”.

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