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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia Codognè

La vita oltre la fabbrica: firmato il contratto integrativo alla Oxin di Codognè

Per quest’anno e per il 2023, l’azienda non solo mette a disposizione una borsa di studio di 750 euro per i figli dei dipendenti che abbiano raggiunto risultati di eccellenza a scuola, anche per i dipendenti che conseguiranno il diploma di maturità

Firmato lunedì scorso nella sede aziendale di Codognè il primo contratto integrativo della storia della Oxin, azienda metalmeccanica del Gruppo Somec che produce cucine in acciaio inox per le navi da crociera e impiega 100 dipendenti. L’accordo è stato siglato dal segretario generale della Fim Cisl Belluno Treviso Alessio Lovisotto con la Rsu composta da Enrico Coan, Nico Battaglia e Katia Fardin e dalla società rappresentata da Diego Frattarolo con l’assistenza di Assindustria Venetocentro. Molti gli elementi innovativi del contratto di secondo livello firmato nella fabbrica di Codognè, aspetti che lo portano a rappresentare un unicum in provincia di Treviso, in linea con i profondi cambiamenti in corso nel mercato del lavoro, segnato nel post pandemia da fenomeni nuovi come quello delle “grandi dimissioni”. Licenziamenti volontari, soprattutto fra under 35, non necessariamente per motivi economici, ma per cercare un impiego e un contesto di lavoro più in linea con le proprie aspettative professionali e personali.

Le imprese stanno iniziando a riflettere su come evitare di perdere i propri talenti, valorizzando le proprie risorse e mettendo in campo strategie per la cosiddetta retention, ossia per trattenere in azienda i propri collaboratori, puntando su politiche di welfare volte al benessere, alla valorizzazione delle risorse e alla conciliazione vita-lavoro. L’accordo siglato alla Oxin va in questa direzione, sostenendo la genitorialità, le pari opportunità fra uomo e donna e le aspirazioni personali dei propri dipendenti, come quella di proseguire gli studi magari interrotti per andare a lavorare.

Per quest’anno e per il 2023, l’azienda non solo mette a disposizione una borsa di studio di 750 euro per i figli dei dipendenti che abbiano raggiunto risultati di eccellenza a scuola, anche per i dipendenti che conseguiranno il diploma di maturità. “Si tratta - spiega il segretario generale della Fim territoriale Alessio Lovisotto - di una scelta che supera quanto previsto dal contratto nazionale dei metalmeccanici che prevede le 150 ore per il diritto allo studio dei lavoratori e che va nella direzione della formazione continua, del sostegno concreto al dipendente che intende recuperare un percorso scolastico abbandonato o elevare il proprio livello di istruzione, le proprie capacità cognitive e la propria preparazione, in una forma più matura dell’apprendistato. Allo stesso tempo questo aspetto dell’accordo è una misura di retention che mira a consolidare il benessere complessivo dei dipendenti e le loro aspirazioni, e una spinta anche economica a sostegno della formazione”.

In questa direzione vanno anche altri aspetti del contratto integrativo, a partire da quelli legati alla conciliazione. Per favorire l’inserimento delle donne in azienda, eliminare disparità e favorire l’equilibrio fra responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione degli impegni fra i due genitori, l’accordo prevede l’incremento con una indennità pari al 10% della retribuzione media giornaliera il trattamento  erogato dall’INPS al lavoratore e/o lavoratrice in congedo parentale per i primi 6 mesi di astensione dal lavoro fino al sesto anno di età del bambino, a condizione che l’altro genitore abbia a sua volta fruito di almeno 15 giorni continuativi di astensione facoltativa.

Previsto inoltre per quest’anno e per il 2023 un contributo di 400 euro ai dipendenti con figli per ridurre l’incidenza della retta dell’asilo nido sul bilancio familiare. Istituita poi la banca ore solidale per valorizzare la solidarietà fra colleghi attraverso la possibilità di cedere quote di ferie a colleghi in difficoltà. Varato anche il Premio di Risultato, fino a 800 euro nel corso di quest’anno e 900 l’anno prossimo (convertibili in welfare con maggiorazione del 10% o in previdenza complementare con incremento da parte dell’azienda del 20%), sulla base del raggiungimento di target stabiliti in materia di redditività dell’azienda, produttività, obiettivi di qualità, presenza. Infine, per incentivare i lavoratori ad avvicinarsi alla previdenza complementare, l’azienda contribuirà con una quota aggiuntiva pari allo 0,2% dei minimi contrattuali a favore dei lavoratori iscritti ai fondi pensione complementari negoziali.

“I lavoratori - conclude Lovisotto - nutrono molte aspettative sull’accordo, non solo per il Premio di Risultato, ma soprattutto per l’attenzione riposta sul loro benessere, sugli aspetti di welfare e di conciliazione fra i tempi della fabbrica e i tempi di vita. È un accordo moderno, figlio di questi tempi di grandi trasformazioni in cui i lavoratori stanno riconsiderando il proprio equilibrio tra vita privata e impegno di lavoro, riponendo maggiore attenzione alla sfera personale, alla salute, al benessere, al clima aziendale”. 

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