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Cooperativa Castelmonte, a Palazzo Giacomelli la rendicontazione sociale

Le nuove domande di cura e assistenza. CastelMonte conta 324 collaboratori (260 soci), in prevalenza donne. Oltre 9 milioni di euro il fatturato

TREVISO La cooperativa Castel Monte si presenta venerdì 28 settembre dalle 17,30 a Palazzo Giacomelli- spazio Assindustria Venetocentro- imprenditori Padova & Treviso) in un incontro pubblico in cui illustra il proprio bilancio di rendicontazione sociale.  E’ prevista la presenza tra gli altri di Francesco Benazzi,  Direttore generale dell'Ulss 2 Marca Trevigiana, che interverrà anche sui temi del nuovo Piano Socio Sanitario 2019/2023  in discussione al Consiglio Regionale Veneto, e di Antonella Candiotto, Vicepresidente di Assindustria Venetocentro.   

CastelMonte (nel nome le due città di origine della cooperativa, Castelfranco Veneto e Montebelluna) è nota a tutti per le sue ambulanze, che operano in tutto il territorio provinciale anche per eventi e manifestazioni sportive, ma la sua realtà comprende molte altre attività nel campo dell’assistenza ai più deboli, servizi per l’infanzia, residenze per disabili fisici e psichici, riabilitazione e un innovativo progetto per gli adulti con sindrome autistica. Il valore della produzione è di oltre 9 milioni (anno 2017), mentre i dipendenti/collaboratori sono 324 ( di questi 284 sono dipendenti e  50 i collaboratori professionisti). Sul totale dei  324, 260 sono soci. Per la gran parte sono donne. 

L’appuntamento a Palazzo Giacomelli farà il punto su questa attività e sulle nuove domande di cura, assistenza e servizio alle persone.  “Come Snoopy abbiamo avuto il dubbio che “la vita forse ha cambiato le domande”. E ci abbiamo pensato nella redazione della nostra Rendicontazione Sociale 2016/2017, recependo, e scrivendo, di un’inattesa crescita dell’insicurezza se non del rancore sociale – dichiara il Presidente di CastelMonte Giuseppe Possagnolo - .  La quotidianità di molte persone evidenzia diverse criticità perché molte delle, acquisite, sicurezze  del diffuso welfare sociale e della contigua sussidiarietà sociale che viene meno. Aumenta il bisogno di salute di ognuno di noi, sentiamo l’esigenza di più spazio e attenzione specifica. Le risposte date finora rischiano di essere inadeguate e perciò a nuove domande occorre provare a dare nuove risposte. Noi di Castel Monte ci proviamo, tutti i giorni”. 

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