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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Il commercio estero trevigiano cresce bene: +9% nell'export

Le esportazioni crescono rispetto al 2014. Con questi risultati Treviso si posiziona sesta provincia in Italia per contributo alla crescita delle esportazioni nazionali

TREVISO Occorre essere prudenti nel valutare le dinamiche delle esportazioni nei primi tre mesi dell’anno, per la limitatezza degli scambi contabilizzati e per come, di conseguenza, possono trovare amplificazione eventuali effetti stagionali. Premesso ciò, i dati resi noti dall’Istat lasciano però poco spazio alle riserve, nel momento in cui attestano – per l’Italia nel complesso, come per il Veneto e Treviso – un’intensificazione della crescita su base tendenziale, rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dell’anno scorso. Le esportazioni italiane crescono nel complesso del +3,2% nel I trimestre 2015 rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso (quando nel I trimestre 2014 la variazione tendenziale risultava del +1,4%): per oltre la metà, tale incremento è spiegato dalle vendite all’estero di mezzi di trasporto (autoveicoli da Piemonte, Emilia-Romagna e Basilicata; navi da Friuli Venezia Giulia).

Del +5,9% è la variazione tendenziale dell’export in Veneto (quando un anno fa era del +2,6%): risultato che le permette di piazzarsi al secondo posto fra le regioni d’Italia per variazione delle vendite all’estero, subito dopo il Friuli (che beneficia, come appena detto, dei risultati della cantieristica navale) e precedendo Piemonte (+5,5%) ed Emilia Romagna (+3,7%). Ancor più intensa la crescita delle esportazioni in provincia di Treviso, del +9,4% sempre rispetto allo stesso periodo del 2014 (all’epoca la variazione export tendenziale era del +3,5%): Treviso si colloca così sesta provincia in Italia per contributo alla variazione delle esportazioni nazionali, dopo Gorizia, Torino, Trieste, Potenza e Vicenza (e per le prime quattro province appare evidente il ruolo giocato dal settore dei mezzi di trasporto). In valori assoluti, nel primo trimestre dell’anno la provincia di Treviso ha venduto all’estero merci per quasi 2.900 milioni di euro (contro i 2.600 nello stesso periodo del 2014). E’ cresciuto anche l’import provinciale, del +9,6% sempre su base tendenziale, passando da 1.523 a 1.669 milioni: oltre un terzo di questa variazione positiva dell’import trevigiano è spiegata dalla ripartenza dei flussi in ingresso di prodotti del tessile, abbigliamento e calzaturiero (+52 milioni, contro i +13 che risultavano dal confronto tra il primo trimestre 2014 e il primo trimestre 2013). Cresce in modo significativo anche l’import di elettrodomestici (+28,7%), e di altri prodotti input di filiera come quelli legati alla metallurgia (+20,1%) e al legno (+13,1%).

Le esportazioni trevigiane per settori e mercati

Ad un primo sguardo, ciò che balza da subito in evidenza, nell’analisi di dettaglio dell’export trevigiano, è lo stesso ritmo di crescita delle vendite di prodotti manifatturieri, sia verso l’Ue28 (+9,3%, sempre su base tendenziale), sia verso i Paesi extra-Ue28 (+9,2%). In realtà, dietro questo apparente bilanciamento delle dinamiche, ci sono non poche differenze da sottolineare. Verso l’Ue28 la crescita dell’export trevigiano è diffusa su più Paesi (seppur con maggiore intensità nel Regno Unito, in Spagna e in Polonia): ciò peraltro non solo su base tendenziale, ma anche su base congiunturale (+6,5% rispetto al IV trimestre 2014). In Germania e Francia è perfino da segnalare una variazione congiunturale più intensa di quella tendenziale, che si traduce per la provincia di Treviso in maggiori vendite in quei Paesi per oltre 50 milioni di euro, rispetto al IV trimestre 2014.

Diversamente, la dinamica tendenziale verso i Paesi extra-Ue28 risulta condizionata, in positivo, soprattutto dalla forte espansione delle vendite in USA (+40,7%, da 118 a 165 milioni): che spiega oltre il 50% della variazione export verso l’aggregato extra-Ue28. E compensa anche le flessioni che ancora si registrano verso la Russia (-21,4%, da 85 a 67 milioni), la Turchia (-12,7%) e il Giappone (-10,1%). Sono poi da segnalare diffuse contrazioni congiunturali su più mercati (magari temporanea combinazione di effetti stagionali e di chiusura commesse) che ad ogni modo generano una variazione del -11,7% rispetto al IV trimestre 2014 (-128 milioni in valori assoluti, contro l’incremento di +116 milioni verso l’Ue28, sempre con riferimento al trimestre precedente).

L’analisi per settori chiarisce meglio il quadro generale sopra descritto:

Le esportazioni di macchinari industriali crescono nel complesso del +9,8% su base tendenziale: del +6,8% verso l’Ue28 (con in negativo solo le vendite verso Francia, Polonia e Romania); del +12,8% verso i Paesi extra-Ue28. Per questo aggregato geo-economico fanno la parte del leone le vendite verso gli USA (+45%), verso la Cina (+38,7%) ed anche verso la Russia (+19,5%). Con anche un ritorno alla crescita verso l’Egitto. Rilevante, inoltre, la variazione congiunturale dell’export di macchinari verso l’Ue28, del +21,5%: variazione che si rafforza ulteriormente se si considerano i primi tre Paesi partner (Germania, Francia e Regno Unito).

Anche i mobili continuano a rafforzare il proprio trend di crescita dell’export, che sale al +5,9%: lo scorso anno dovevano accontentarsi di una variazione tendenziale del +2%, frutto di un +6,0% nell’Ue e di un -5,1% verso l’extra-Ue. Quest’anno la situazione si inverte: nei primi tre mesi dell’anno, e sempre rispetto allo stesso periodo del 2014, vanno meglio le vendite extra-Ue, soprattutto negli USA (+39,9%, da 28 a 40 milioni); mentre verso l’Ue28 la variazione è del +2,8%, con una crescita a due cifre in Regno Unito (+23,6%), Spagna (+10,9%) e altri Paesi dell’Est, in buona parte tuttavia annullata dalla contrazione delle vendite in Germania (-14,5%, da 66 a 56 milioni). Negativa anche la variazione congiunturale (rispetto al IV trimestre 2014) sia rispetto alle vendite in Ue, che alle vendite extra-Ue;

Importante recupero dell’export per il calzaturiero: tanto su base tendenziale che congiunturale (ma su base congiunturale gioca un ruolo forte, ovviamente, la stagionalità) e in modo diffuso su più mercati, europei e non. La variazione tendenziale complessiva è del +9,4%, che diventa più sostenuta in ambito Ue28 (+9,9%) e si assesta invece al +6,4% verso i Paesi extra-Ue. Del +38,3%, ad ogni modo, la crescita delle vendite verso gli USA (da 6,8 a 9,4 milioni), quando nel primo trimestre del 2014 il settore, per il mercato a stelle e strisce, riusciva soltanto a confermare i volumi di vendita dell’anno precedente;

Anche il tessile - abbigliamento è interessato da una forte ripartenza dell’export (e dei correlati flussi import, come già ricordato) che per intensità pare andare oltre l’effetto stagionale. La variazione tendenziale complessiva è del +33,8% (rispetto al I trimestre 2014), quando lo scorso anno si registrava invece una flessione delle vendite del -10,1% (rispetto al I trimestre 2013). Risulta prossimo al +58% il rimbalzo delle vendite in Ue (da 157 a 247 milioni), con dinamiche superiori a questo straordinario dato medio in Germania, Spagna e Austria (tralasciando i picchi anomali verso Grecia e Portogallo). Fanno da “specchio” a questi dati – assodato che il settore poggia, come ben noto, su catene del valore transnazionali - i flussi in ingresso dalla Cina (+12,1%), dalla Tunisia (+27,8%) e da altri Paesi del Mediterraneo o del Sud est asiatico (talvolta con variazioni congiunturali dell’import più pronunciate di quelle tendenziali);

L’export di elettrodomestici continua ad essere in crescita su base tendenziale (+6,1%) ma con ritmi meno sostenuti di quanto rilevato un anno fa (+19,6%). Sono soprattutto i mercati europei ad essere di traino (+9,6%), mentre lieve battuta d’arresto si registra per le vendite extra-Ue (-0,6%): dato che pare fortemente condizionato dalla Russia (-40,5%) e presumibilmente per ragioni non solo legate alle vendite ma alla gestione delle catene logistico produttive che fanno riferimento a quel Paese.

 Prosegue infine il trend positivo delle vendite del settore bevande (sostanzialmente Prosecco e altri vini), con una variazione export del +23% rispetto al primo trimestre 2014 (che sfiora il +50% nel Regno Unito e il +70% negli USA). Gli Stati Uniti, in questo primo scorcio anno, diventano - forse temporaneamente – il primo mercato di sbocco per il vino trevigiano, per vendite pari a 30 milioni di vendite (le vendite in Germania, secondo mercato, ammontano a 25 milioni).

Quanto agli altri settori che sostengono l’export trevigiano, considerato che il bilancio ai primi tre mesi dell’anno non può che avere natura provvisoria, soprattutto man mano che cala la consistenza del valore degli scambi, ci si limita ad evidenziare la sostanziale stazionarietà delle vendite per la carpenteria metallica e i prodotti alimentari (in rallentamento rispetto ai risultati di un anno fa), e una situazione di contrazione delle vendite per i prodotti in gomma e plastica (-0,5%) e per le apparecchiature elettriche (-5,1%).

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