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Economia

Decreto Ristori, la CNA: «Indennizzi anche per l’artigianato della ristorazione»

Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso: «Si estenda anche la cassa integrazione Covid-19 ai lavoratori assunti dopo il 13 luglio»

«Estendere la cassa integrazione Covid-19 anche ai lavoratori assunti dopo il 13 luglio 2020 e includere negli indennizzi anche le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, e altre filiere penalizzate». Lo chiede la CNA territoriale di Treviso, dopo aver analizzato le nuove misure contenute nel DL Ristori.

«Apprezziamo la rapidità con cui il Governo ha varato il decreto con le misure a sostegno delle categorie colpite dalle nuove chiusure decise con il DPCM di domenica ma la cassa integrazione Covid va estesa anche ai lavoratori assunti dopo il 13 luglio – commenta Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso - Molte aziende, tante anche nel settore della ristorazione, grazie alla ripresa estiva, avevano assunto personale e ora si trovano senza la possibilità di mettere in CIG i dipendenti a fronte di un calo di lavoro che si prospetta forte nei prossimi mesi, soprattutto per chi è stato costretto a chiudere, come le palestre, le piscine, i centri benessere, i cinema, i teatri, o è stato colpito da misure restrittive, come tutto il settore della ristorazione. Inoltre confidiamo che sia stata solo una svista, e che venga sanata in breve, aver escluso dagli indennizzi le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione: pizzerie a taglio, gastronomie, rosticcerie, piadinerie, gelaterie, che non sono ammesse ai contributi nonostante stiano accusando da tempo vistosi cali di fatturato. Vanno incluse negli aiuti inoltre le attività delle filiere artigiane che sono state le più colpite dalla pandemia e ulteriormente penalizzate dalle restrizioni per contenere il virus: bus turistici, tintolavenderie, fotografi. Il loro disagio non può essere ignorato».

CNA Treviso ha preso posizione fin da subito contro lockdown integrali e semi-integrali per non dare un’altra mazzata all’economia del territorio, chiedendo di mettere in campo attività più efficaci ed estese di tracciamento dei positivi e rendere operativi gli strumenti di contact tracing di cui il Paese si è dotato (app Immuni). Chiede soprattutto la necessaria concordia istituzionale per affrontare al meglio il difficile momento che la nazione sta vivendo e misure forti a sostegno del sistema produttivo e dei lavoratori, soprattutto delle fasce più deboli. «Il fatto che anche paesi come Francia e Germania abbiano annunciato nuovi lockdown non assolve certo le nostre istituzioni, Governo e Regioni, dai ritardi con cui si sono mosse per la gestione della seconda ondata ma ci conferma la virulenza della pandemia, per far fronte alla quale vanno trovate soluzioni anche a livello europeo e globale» conclude Panazzolo. 

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