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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Dosson: produzioni ortofrutticole biologiche, "una crescita inarrestabile"

Se ne è discusso venerdì sera 27 gennaio a Dosson di Casier, all'interno della 31a Festa del Radicchio Rosso, durante un convegno organizzato da BCC di Monastier e del Sile assieme all'Associazione Produttori Radicchio Rosso di Dosson.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

"Le produzioni biologiche e l'apprezzamento da parte dei consumatori stanno crescendo un po' ovunque. È un processo in atto oramai da parecchi anni, destinato a non fermarsi. Nel 2015 le vendite di prodotti biologici in Italia sono cresciute del +15% rispetto all'anno precedente e il 74% degli italiani dichiara di aver acquistato almeno una volta l'anno prodotti bio". Lo ha spiegato Roberto Pinton (direttore tecnico di AssoBio, associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione di prodotti naturali) intervenuto venerdì sera 27 gennaio a Dosson di Casier, nell'ambito della 31a Festa del Radicchio Rosso, al convegno tecnico per produttori ed agronomi organizzato dalla Bcc di Monastier e del Sile con l'Associazione Produttori Radicchio Rosso di Dosson su "Opportunità e nuove sfide per le aziende del Radicchio Rosso. Il sostegno di Banca di Monastier e del Sile". Ha partecipato ai lavori anche il sindaco di Casier, Miriam Giuriati, che ha apprezzato l'iniziativa. Antonio Zamberlan ed Arturo Miotto, vicepresidente e direttore generale della Bcc di Monastier e del Sile, hanno ribadito l'impegno di una banca di territorio come quella di Monastier per il settore agricolo locale. "Del resto, fa parte del nostro stesso Dna. Lo testimonia la nostra denominazione originaria, quando oltre 100 anni fa siamo nati come Cassa Rurale ed Artigiana". Per quanto riguarda il settore primario in Italia, in 20 anni, dal 1990 al 2010, mentre le aziende agricole si sono quasi dimezzate (da circa 3 milioni sono passate a 1 milione e 630mila, con un calo del -46%, dati censimento Istat), quelle a vocazione biologica sono cresciute a dismisura (da 4.189 a quasi 42mila, con una crescita del +898%). Oggi il 12% delle superfici agrarie italiane è coltivato secondo metodo biologico. Si tratta di un'evoluzione di mercato fondamentale anche per il Radicchio Rosso Igp di Treviso. "Le nuove generazioni stanno crescendo con la cultura del biologico - ha commentato ancora Pinton - sono particolarmente sensibili a questi temi. Lo testimonia il fatto che il 65% degli agricoltori biologici italiani ha meno di 50 anni di età, per il 30% è donna, la metà è diplomato, il 17% laureato, poiché servono adeguate ed approfondite competenze e conoscenze per questo genere di produzioni. Nonostante tutto questo, l'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) ci sollecita a tener alta la guardia, poiché l'Italia è il Paese dell'Europa occidentale a fare il maggiore uso di fitofarmaci, addirittura il doppio - in proporzione ai terreni lavorati - rispetto a Francia e Germania". Le tendenze dei consumi bio sono state confermate da Paolo Manzan, presidente del Consorzio tutela del Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco Igp, che ha aggiunto come vi siano "delle enormi potenzialità di sviluppo anche per le aziende agricole trevigiane, specie ragionando in ottica di filiera". Un altro messaggio importante per il settore è arrivato da Mauro Conti (direttore generale BIT spa, società del sistema del Credito Cooperativo per l'Agricoltura, agroalimentare e ambiente) che ha sviluppato il tema "Innovazione, aggregazione e sostenibilità. Il sostegno del Credito Cooperativo". "Le nuove sfide per il settore primario si chiamano innovazione, mercato estero, e-commerce, filiera, reti d'impresa, tutela del brand, - ha commentato Conti - ma anche efficienza energetica e fonti rinnovabili, buona gestione finanziaria, riuscendo a cogliere le opportunità che arrivano ad esempio da alcuni bandi ed agevolazioni specifiche. Cooperare, integrando le competenze di ciascun interlocutore, può essere una buona strada di sviluppo per le imprese agricole".

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