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Economia Spresiano

Fassa Bortolo sulla cava in Sicilia: "La salvaguardia dei reperti è una nostra priorità"

Non si placa la complicata vicenda che vede protagonista l'azienda trevigiana intenzionata ad aprire una nuova cava in Sicilia, nonostante diversi problemi burocratici ancora irrisolti

SPRESIANO Nuovo capitolo per le travagliate vicende della trevigiana Fassa Bortolo criticata nelle scorse ore per una frase sui siciliani mal interpretata dalla stampa. L'azienda ha voluto precisare in una nuova nota stampa, la sua posizione in merito al recupero e alla salvaguardia degli antichi reperti ritrovati nel sito abbandonato in cui dovrebbe sorgere la nuova cava di Fassa Bortolo. Queste le nuove dichiarazioni dei vertici dell'azienda sulla questione:

Siamo enormemente dispiaciuti per la strumentalizzazione di alcune frasi pubblicate su alcuni mezzi d'informazione relative al presidente della Fassa Bortolo. Quando affermiamo che "i siciliani devono risolvere i loro problemi tra di loro" vuol dire che la nostra azienda non vuole  interferire nelle decisioni delle Istituzioni siciliane sul progetto presentato oltre 4 anni fa. Questo è il significato della frase e questo è il pensiero di un'azienda come la nostra che opera a livello internazionale facendo della correttezza istituzionale una propria bandiera. Del resto la nostra intenzione è quella di fare un investimento importante nell'interesse di tutti, creando occupazione in loco, attivando ben 100 posti di lavoro ed un intero indotto economico. Come detto, proposto e fatto in questi anni vogliamo inoltre salvaguardare i reperti ritrovati in una parte dell'area che riguarda la cava che, lo ricordiamo, è un'area abbandonata, degradata, inaccessibile. Anzi, ci siamo proposti per sostenere tutte le azioni che servono e serviranno a valorizzare i reperti e metterli a disposizione delle istituzioni, potenziandone la fruibilità. Se al contrario si vogliono lasciare così come sono, si deve essere consapevoli che non saranno accessibili in alcun modo. Noi siamo convinti che la delocalizzazione museale sia la strada più giusta per salvaguardare il progetto della nostra azienda e i reperti archeologici. Ma queste sono decisioni che devono prendere le istituzioni siciliane. 

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