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Economia

Guerra in Ucraina: «Si rifinanzi l’ammortizzatore straordinario per gli artigiani»

Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana: «Servono strumenti di tutela del reddito a copertura pubblica per il mondo artigiano»

"La scorsa settimana ho segnalato che nel primo bimestre dell’anno oltre 200 imprese artigiane trevigiane operanti in tutti i settori del manifatturiero e dei servizi, per garantire oltre 1000 lavoratori dipendenti su un totale di 33 mila, hanno fatto ricorso all’ammortizzatore FSBA, palesando il timore che molte altre possano aggiungersene, soprattutto quelle che, operando come terzisti nelle filiere della grande industria, potrebbero risentire delle fermate produttive di settori come acciaierie, cartiere, pastifici come conseguenza diretta della crisi energetica, dell’aumento non controllato del costo del carburante e dei mancati approvvigionamenti di materie prime o semilavorati dovuti  al conflitto ucraino". A dirlo è Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana.

"Ieri come Confartigianato abbiamo chiesto al Ministro del Lavoro Andrea Orlando che preveda strumenti di tutela del reddito a copertura pubblica per il mondo artigiano, visto che per i medesimi settori industriali sono già stati riconosciuti con il recente Decreto Crisi Ucraina - continua Bernardi - La richiesta al Ministero di un ripensamento circa la riapertura di uno strumento a finanziamento pubblico di sostegno al reddito che ampli la durata di FSBA almeno per quei settori maggiormente dipendenti dalla negativa situazione economica, è urgente. Si rivela altresì necessario in un’ottica preventiva per la generalità delle imprese. E’ necessario che venga rifinanziato l’ammortizzatore straordinario per le imprese artigiane prima che gli effetti della guerra si scarichino sulle nostre imprese. Una cassa che sostituisca “cassa-covid” che è stata erogata da FSBA sino a fine 2021. Le filiere del manifatturiero sono ad altissimo rischio per il combinato disposto dell’aumento dei costi energetici, delle materie prime e la contrazione degli ordini da parte dei committenti dovuti alla tensione internazionali. Sono coinvolti anche il comparto edile a rischio blocco per mancanza di materiali, i trasporti per il caro gasolio e tutti i servizi alla persona legati ai flussi turistici che sono ben lontani dai dati pre Covid".

"Non dimentichiamoci che accanto a chi dovrà fermare l’attività usando FSBA straordinario per guerra ci saranno altrettante aziende che saranno costrette a evadere gli ordini e per le quali è necessario ottenere detassazione (minori trattenute Irpef a carico del dipendente) e decontribuzione (minor carico contributivo datoriale all’Inps) sul costo delle ore straordinarie, introducendo aliquote forfetizzate al 10%. Si tratta di quelle realtà produttive ad alta specializzazione che non trovano addetti qualificati da assumere e che devono distribuire i picchi di lavoro sul medesimo quadro occupazionale. E’ importante in questo quadro ridurre il costo del lavoro per le aziende e garantire buste paghe ai dipendenti con un maggiore importo netto per fronteggiare anche l’impennata dell’inflazione a beneficio dei consumi interni" chiosa il presidente.

"Il mondo del lavoro artigiano nella Marca conta 6.800 aziende con dipendenti (non edili) e 33mila dipendenti. Grazie all’impegno delle associazioni artigiane e del sindacato può contare su FSBA che consente ai datori di evitare licenziamenti che farebbero perdere d’improvviso preziose e spesso introvabili competenze. Ma è uno strumento limitato a 13 settimane su un biennio mobile. Troppo poco in questo momento. La manifattura ha registrato un calo del -3,4%. Più pesante per vetro cemento, ceramica, gomma e materie plastiche, la cui produzione è crollata dell’8,8%. Nei settori energivori la riduzione della produzione è del 19,7% per i materiali da costruzione in terracotta e del 14,8% per cemento, calce e gesso. Cali superiori alla media, anche nei prodotti farmaceutici con -7,6%, moda con -7,1%, legno, carta e stampa con -5,9%, prodotti petroliferi raffinati con -5,5% e apparecchiature elettriche con -4,3%" conclude Bernardi.

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