Federlegno Triveneto: "Imprenditori evasori meritano un monumento"

La scoperta dell'evasione fiscale da 100 milioni di euro nel Trevigiano ha suscitato mormorii in tutta la Regione e anche a livello nazionale. Ma le dichiarazioni di Antonio Zigoni, presidente della Federlegno del Triveneto, sono destinate forse a far parlare ancora di più.

Intervistato da Il Gazzettino, Zigoni si è detto d'accordo nel considerare l'evasione fiscale un comportamento "non condivisibile", ma ha tenuto a sottolineare che ai due imprenditori trevigiani del mobile coinvolti nell'inchiesta delle Fiamme gialle, "andrebbe fatto un monumento".

Secondo Zigoni, infatti, le due aziende chiamate in causa "hanno dato al territorio uno sviluppo incredibile con sacrifici personali enormi". "Sono dei criminali quelli che hanno prodotto ricchezza di cui hanno goduto tutti? - si è chiesto Zigoni - Ma stiamo scherzando? Certi comportamenti non possono essere condivisibili, ma occorre massimo rispetto per ciò che queste persone hanno dato".

"Il settore è da anni in crisi - ha continuato il presidente di Federlegno - e ciascuno cerca di difendersi come può. Non è giustificabile, ma è una forma di difesa. Io ho rispetto per chi lavora, anche se alle volte può commettere qualche errore".

Non c'è dubbio, per Zigoni, che chi ha sbagliato debba pagare, ma precisa: "c'è chi prende 40.000 euro di pensione senza avere mai prodotto nulla, o ha fatto crollare l'Alitalia o le Ferrovie e ha ricevuto buonuscite milionarie: quelli sono da galera, non gli imprenditori che hanno prodotto ricchezza".

Antonio Zigoni ha infine respinto la "patente di evasori" data agli imprenditori trevigiani. "C'è metà Italia che non vuole la fattura - ha concluso - noi siamo gli esattori dello Stato. Lo stato non ha mai fatto nulla per noi: che vadano loro a vendere mobili in certe situazioni".