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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia Cessalto

Una proposta per ridurre gli incidenti nel tratto maledetto dell’A4

Intervento di Danilo Vendrame, presidente autotrasportatori Confartigianato Imprese Marca Trevigiana

Dagli inizi degli anni 2000 l’autostrada A4 si è dimostrata insufficiente ad accogliere il flusso di traffico nazionale e internazionale e da subito si è parlato di terza corsia. Rispetto ai lavori di cantierizzazione dell’ampliamento dell’infrastruttura non c’è stata una concomitante programmazione degli interventi volti a mettere in sicurezza l’esistente: mancano le piazzole di sosta e la corsia di emergenza è inadeguata. La società autostrade dice che l’attuale infrastruttura è sicura. Ma allora perchè nei tratti in cui l’autostrada è stata rinnovata la corsia di emergenza è idonea e ci sono le piazzole? Una delle principali cause degli incidente è la distrazione dei conducenti. E’ vero, ma è altrettanto vero che non si è intervenuti per aumentare il loro livello di attenzione. Mantenere una distanza di sicurezza adeguata, indipendentemente dalla corsia sulla quale si sta viaggiando, è un salvavita. Permette di gestire una situazione emergenziale trasformando un incidente mortale in un incidente meno grave.

Se un automobilista si trova in difficoltà e ha necessità di fermarsi, non sa dove sostare. E’ costretto a continuare, compromettendo la propria e l’altrui sicurezza. E’ ipotizzabile che proprio questa situazione, e non la distrazione, sia la causa dell’ultimo incidente mortale verificatosi poiché è improbabile che un automobilista marci a 130 km orari sulla corsia di destra dove ci sono prevalentemente camion che viaggiano a 80/85 Km orari.

Negli ultimi 20 anni il traffico sulla A4 è triplicato  e di conseguenza anche gli introiti della società autostrade sono triplicati senza essere stati investiti nella sicurezza del tratto maledetto, quello che va da San Donà di Piave a Portogruaro. In certi giorni specialmente, il lunedì e martedì da Trieste verso Venezia e il giovedì e venerdì da Venezia verso Trieste, il traffico è molto intenso. Si aggiunga inoltre che il flusso dei veicoli che arriva da Milano è distribuito su tre corsie, quello che proviene da Venezia su due e a San Donà tutto si imbottiglia in due sole corsie.

Da professionista che viaggia su questa strada e quale rappresentante di oltre 700 autotrasportatori di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana propongo di istituire una distanza minima obbligatoria fra veicoli  di 60- 70 metri e di utilizzare catarifrangenti e “occhi di gatto”  da posizionare sul manto stradale, assieme a della segnaletica verticale (un sistema analogo a quello che si utilizza per indicare la velocità di sicurezza da tenere in caso di nebbia), affinché chi guida sappia se la sua distanza dal mezzo che lo precede  è adeguata e  guida abbia chiara la percezione del pericolo a cui si sta esponendo. L’installazione di telecamere potrebbe integrare questi interventi.

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