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Economia Resana

Lavoratori Aimeri senza stipendio, a Resana si prepara l'agitazione

Sono pronti per azioni di protesta i 50 lavoratori dell'Aimeri di Resana, azienda che si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti. Da un mese non percepiscono lo stipendio

Sta precipitando la situazione al cantiere dell'Aimeri Ambiente a Resana.

Da un mese i lavoratori dell'azienda, che con oltre 4mila addetti in tutta Italia si occupa della raccolta e del trasporto dei rifiuti urbani, non precepiscono lo stipendio e sono pronti a protestare.

Aimeri in Veneto è attiva con basi operative: Cavallino-Treporti (VE) Santa Giustina Bellunese e Cortina d’Ampezzo (BL) e Resana.

Nel cantiere trevigiano lavorano circa 50 operatori, che svolgono servizio nell’area al confine tra le province di Padova e Treviso.

Da mesi le condizioni di lavoro dei dipendenti sono precarie e Fit Cisl ha sollevato più volte la questione: dal vestiario non adeguato o insufficiente, ai mezzi fatiscenti e carenti in manutenzione, fino alla problematica organizzazione del lavoro che ha già portato i lavoratori a scioperare più volte.

Da alcuni anni inoltre si sta cercando di risolvere il nodo del mancato versamento da parte di Aimeri delle quote trattenute dalla busta paga dei lavoratori e destinate al fondo di previdenza complementare e che, a tutt’oggi, non sono ancora state corrisposte.

“Adesso – spiega Maurizio Fonti, segretario regionale della Fit Cisl - la situazione è ulteriormente precipitata con il mancato pagamento degli stipendi: i lavoratori, da un mese senza retribuzione, sono esasperati dalla situazione".

"Tra l’altro - continua Fonti - le fatture relative a tutti i cantieri del Veneto ci risultano regolarmente saldate dai vari committenti, pertanto le origini delle dichiarate difficoltà dell’azienda sono da ricercare fuori dai confini veneti. Non comprendiamo dunque per quale motivo debbano essere penalizzati quei territori, lavoratori e cittadini che hanno fatto regolarmente il loro dovere".

"Auspichiamo che si arrivi rapidamente a una soluzione, in quanto i lavoratori sono ormai al limite della sopportazione e - conclude - potrebbero anche rischiare di non potersi recare al lavoro in quanto non più in grado di sostenere le spese per gli spostamenti a causa del mancato pagamento degli stipendi”.

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