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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Regione Veneto, stanziati 8 milioni di euro per lavori di pubblica utilità e servizi comunali

L'assessore Regionale al lavoro Elena Donazzan "Un aiuto concreto per dare dignità a 1300 persone senza reddito". Fino a 5 mila euro ad ogni persona occupata

TREVISO Proseguirà anche nel biennio 2017-2018 l’esperienza veneta dei progetti di pubblica utilità: Regione, Comuni, enti del privato sociale e del non profit creano opportunità di lavoro temporaneo per disoccupati rimasti senza ammortizzatori sociali, disabili, persone senza reddito. Con la delibera di rifinanziamento approvata, che stanzia 8 milioni di euro del Fondo sociale europeo, la Giunta regionale del Veneto assicura così continuità alla sperimentazione avviata nel 2009 e che nel 2014 è arrivato a coinvolgere 1600 disoccupati e il 70 per cento dei comuni veneti, con un impegno di spesa per la Regione di circa 6 milioni di euro.

“Facendo leva sulle risorse del Fondo sociale europeo, obiettivo inclusione sociale – spiega l’assessore Elena Donazzan, relatrice del provvedimento - riusciremo ad offrire opportunità di lavoro a 1300 persone senza reddito. E’ una forma di aiuto concreto a padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro e non hanno più tutele, ad esodati rimasti senza stipendio e senza pensione, a persone a rischio di esclusione sociale. Ma rappresenta anche una forma di sostegno indiretto alle amministrazioni comunali che potranno avvalersi dell’apporto di nuovi collaboratori per realizzare o dare continuità a servizi e progetti utili a tutta la cittadinanza. Le persone assunte  per progetti di pubblica utilità avranno cura del verde e dell’ambiente, si occuperanno della custodia di impianti sportivi e biblioteche, o saranno destinati a servizi culturali e di assistenza domiciliare. All’esperienza lavorativa abbineranno percorsi di orientamento e di formazione. Perché l’obiettivo ultimo dei lavori di pubblica utilità non è solo offrire un reddito temporaneo, ma soprattutto una opportunità di inserimento occupazionale”.

Comuni, enti non profit, associazioni e cooperative avranno tempo 45 giorni dalla pubblicazione del bando per presentare progetti di pubblica utilità. La Regione erogherà sino a 5 mila euro per ogni persona occupata con un contratto temporaneo di sei mesi, che preveda almeno 20 ore di lavoro la settimana e un impegno formativo o di orientamento al lavoro compreso di almeno 14 ore.“I progetti di utilità sociale sono stati una esperienza tutta veneta, ‘inventata’ all’inizio della crisi, nel 2009, grazie alla collaborazione tra istituzioni pubbliche e private. Questa esperienza ha dimostrato – ribadisce l’assessore regionale al lavoro - che è possibile offrire una risposta di dignità alle povertà e opportunità di inserimento occupazionale anche per le persone più fragili, ai senza reddito, agli espulsi dal processo produttivo a bassa qualifica professionale, a quei profughi ai quali è stato riconosciuta la protezione umanitaria o internazionale”. 

Tra le esperienze più significative di lavori di pubblica utilità realizzate in Veneto per  numero dei comuni coinvolti e persone occupate è il Fondo di solidarietà attivato tra Regione, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e di Rovigo, Etra, comuni dell’Alta Padovana e del Vicentino e Diocesi di Padova: nel quinquennio  ha creato un migliaio di opportunità formative e lavorative per altrettanti disoccupati over 50, in impieghi di pubblica utilità, grazie alle risorse attivate dalla Regione Veneto (22 milioni di euro), dalla Fondazione Cariparo (1 milione di euro) e da Etra (900 mila euro).

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