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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Piovesana leader di Unindustria Treviso, prima donna al comando

Sabato si è svolta a Spresiano l'assemblea generale. Con il 97,86% dei voti l'imprenditrice è stata designata alla guida, dopo Vardanega

Passaggio di testimone per Unindustria Treviso. Dopo sei anni alla guida degli industriali, Andrea Vardanega abbandona la direzione e fa spazio a un nuovo leader. Prima donna al comando di Unindustria Treviso e nelle associazioni idustriali del Veneto, Maria Cristina Piovesana, imprenditrice, sposata e con due figli.

ASSEMBLEA E ELEZIONE PRESIDENTE. Sabato, al parco del Lago Le Bandie di Lovadina di Spresiano, si è tenuta l'assemblea generale di Unindustria Treviso. Tra i grandi nomi che hanno preso parte all'evento, quelli di Giorgio Squinzi, presidente nazionale di Confindustria, Luca Zaia, presidente della regione Veneto e Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'Economia e finanza. Parole di approvazione in sala per la neo eletta, con il 97,86% delle preferenze. "Una donna imprenditrice con caratteristiche uniche - ha affermato il governatore Zaia -  ciò che la Piovesana ha fatto nella sua impresa lo saprà certamente replicare con successo anche nell'adoperarsi per tutta l'imprenditoria e la comunità economica e sociale della Marca".

PIOVESANA. "Continuità e rinnovamento", le parole chiave del suo mandato. Nella sua relazione, Piovesana ha sottolineato la "necessità di sviluppare ulteriormente la collaborazione tra i sistemi di rappresentanza del nostro territorio e i processi di integrazione con le altre associazioni del Veneto di Confindustria". Parlando del futuro dell'industria, la neo presidente ha inoltre ribadito l'importanza di "continuare il lavoro per sostenere un processo culturale, infrastrutturale e istituzionale di costruzione di un'area metropolitana. Non possiamo accettare che questo futuro possa essere rallentato da dispute politiche".

VARDANEGA. Parla anche il presidente uscente di Unindustria Treviso: "Imprese e sistemi produttivi, come il nostro, sono fattori indispensabili al pieno sviluppo della democrazia - dichiara Vardanega - la crisi della nostra democrazia trova una prima e forte evidenza non solo nella corruzione, ma anche nel rapporto delle imprese e dei cittadini con il fisco e la burocrazia. Accanto alla pressione fiscale, infatti, ci sono anche gli adempimenti, i complessi oneri formali e le troppe scadenze che sottraggono tempo e risorse, riducono la competitività e frenano l’avvio di nuove attività". "È indispensabile inoltre comprendere che il futuro della nostra comunità - aggiunge Vardanega - è legato a quello dell’area che si snoda lungo l’arco Venezia, Padova, Treviso".

BARETTA. "Siamo a un momento cruciale - afferma il sottosegretario all'Economia Baretta - perché ci sono germogli di ripresa, fragili, timidi, ma si intravvedono, e credo sia compito di tutti, e quindi del governo, delle forze istituzionali e delle imprese, di evitare che venga una gelata, ma soprattutto di irrobustire questi germogli. "Questo - ha proseguito Baretta - lo si fa con provvedimenti legislativi, con investimenti, ricapitalizzazione e capacità competitiva".

ZAIA. “Uno dei grandi problemi delle nostre aziende é la patrimonializzazione - esordisce il governatore del Vento, Luca Zaia - se quando hai due soldi ti compri la barca, l'auto sportiva, l'appartamento al mare e in montagna vuol dire che nell'azienda non vanno risorse. E' la base dell'economia - prosegue - nella crisi le aziende che si sono salvate sono quelle che hanno patrimonializzato, quelle che non sono dovute ricorrere ai broker di nautica per vendere lo yacht ma quelle che sapevano già che avevano la miglior tecnologia e i migliori investimenti".

SQUINZI. Interviene anche il presidente degli industriali Giorgio Squinzi: "La struttura di Confindustria e il sistema delle imprese sta facendo il proprio dovere.
Stiamo continuando - ha aggiunto - a sottoporre proposte, riflessioni, informazioni necessarie al Governo per modulare la propria azione - e conclude - Le riforme in questo paese sono un po' come gli antibiotici, che vanno dati perché si possa svoltare e ripartire, ma le vitamine per crescere possono venire solo dalle imprese".

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