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Economia Maserada sul Piave

Tessitura Monti, l’offerta d’acquisto prevede 90 esuberi. No dei Sindacati

Filctem, Femca e Uiltec: «Fortissimo l’impatto sociale. Rivedere il computo del piano industriale». Altissima la preoccupazione per i posti di lavoro, obiettivo scongiurare la chiusura dell’attività

Scongiurare l’amministrazione giudiziale e rivedere il numero degli esuberi, questa la posizione chiara e netta dei Sindacati di categoria di FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL territoriali comunicata a margine dell’assemblea dei lavoratori della Tessitura Monti di Maserada sul Piave. In mano al commissario straordinario un’offerta di un acquirente svizzero, da formalizzare entro il 20 febbraio, che prevede un piano industriale per il proseguo dell’attività con 70 dei 160 attuali dipendenti della storica azienda trevigiana.

Corrono le lancette dell’orologio per il destino della Monti e dei posti di lavoro. Infatti, oltre alla data del 20 febbraio per la presentazione delle offerte di acquisto al commissario straordinario quella del 28 febbraio, termine ultimo dell’incarico di quest’ultimo. Altissima e palpabile la preoccupazione dei lavoratori e delle lavoratrici della tessitura che si sono riuniti oggi, 16 febbraio, in assemblea con i sindacati di categoria.

«È impensabile un esubero di 90 lavoratori – dichiarano Ildebrando Dall’Acqua della FILCTEM CGIL, il segretario generale della FEMCA CISL Gianni Boato e Francesca Mazzoli della UILTEC UIL –, chiediamo attraverso l’intervento del commissario straordinario e anche della Regione del Veneto di rivedere tale numero e far in modo di scongiurare la chiusura dell’attività. Far saltare 90 pasti di lavoro – sottolineano i sindacalisti – avrebbe un effetto sociale drammatico sul nostro territorio».

«Pensiamo che – continuano Dall’Acqua, Boato e Mazzoli –, questa storica realtà della Marca possa ancora dare un buon prodotto e lavoro. Capiamo che le condizioni di acquisto dell’attività mettano sul piatto un taglio ma non di tale portata e non vincolante alla formalizzazione dell’offerta».

«90 esuberi sono inaccettabili» così Rachele Scarpa, deputata del Pd «fa male al territorio e alle famiglie che verrebbero presto lasciate sole in un periodo di crisi e carovita. Pieno supporto ai lavoratori e ai sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil in protesta. Il commissario straordinario e la Regione Veneto devono subito rivedere il numero e scongiurare la chiusura dell'attività. La Regione ha il dovere di occuparsi di lavoro anche nelle periferie dei territori e mi attiverò anche in sede parlamentare perché anche il Governo deve prendersi l'impegno: la Tessitura Monti non deve chiudere, può ancora offrire prodotti e lavoro».

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