Il Prosecco non conosce crisi: affari raddoppiati in otto anni

Se crisi c'è, non sfiora il Prosecco. E a testimoniarlo sono i dati presentati sabato scorso a Pieve di Soligo, dal centro studi di distretto.

Le aziende del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene crescono, si vanno consolidando e sono entrate in confidenza con il mercato internazionale. "Di anno in anno gli investimenti in risorse umane sono aumentati del 2 per cento – conferma il direttore del Consorzio di Tutela Giancarlo Vettorello – e si è insistito sia sul prodotto che sul processo. Le esportazioni e le diversificazioni in Paesi nuovi stanno cominciando a pagare".

Una crescita che sta raggiungendo il suo potenziale massimo, con oltre 65 milioni di bottiglie vendute nel 2010. Ora l'obiettivo è quello di lavorare sul valore aggiunto e "riposizionare" il Prosecco nelle fasce di clientela più esclusiva.

"Va tuttavia evidenziato - sottolinea Vettorello - che già esiste e si sta rafforzando una platea di consumatori che continua ad essere estremamente attenta alla qualità. Magari compra una bottiglia in meno ma non scende a compromessi, e questo vale senz'altro anche per il mercato nazionale". Mercato che, a d oggi, copre il 60 per cento del business, mentre l'esportazione si assesta sul terzo delle vendite.

Dal 2003 ad oggi il giro di vendite del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene all'estero è cresciuto del 98,4 per cento e vale, ora, circa 160 milioni di euro. Nel complesso, l'80 per cento delle imprese trevigiane intrattiene rapporti commerciali con più di 50 Paesi nel mondo. Il primo mercato di riferimento fuori dal territorio italiano resta sempre la Germania, con il 34,3 per cento del fatturato, seguita dagli Stati Uniti, che in un solo anno sono cresciuti dell'81,9 per cento e che, insieme al Canada, assorbono il 19 per cento delle bottiglie prodotte nella Marca.