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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Panto verso concordato: si salverebbero solo 45 dipendenti

L'azienda ha presentato domanda di ammissione al concordato, ma manca l'assenso di lavoratori e rsu, che chiedono la riassunzione di tutti i dipendenti. La Panto invece è pronta a "salvarne" solo 45

La Panto di San Biagio di Callalta ha presentato al Tribunale di Treviso la domanda di pre-ammissione al concordato.

L’azienda, sciolta e rinata ufficialmente come Panto Industrie srl la scorsa settimana, ha tempo fino al 17 dicembre 2012 per formalizzare tutta la documentazione. Manca tuttavia il requisito fondamentale alla procedura: l’assenso di rsu e lavoratori.

Sindacati e dipendenti continuano a opporsi alla proposta della ditta di serramenti di “salvare” solo parte degli attuali lavoratori, soprattutto ora che il numero dei potenziali “salvati” è sceso a 45: meno della metà.

Per dare il nulla osta al concordato i sindacati pongono come condizione l’assorbimento dell’intera squadra e invitano l’azienda a ricorrere ai contratti di solidarietà.

Nel frattempo tecnici specializzati sono al lavoro per trovare nuovi soci per la Panto Industrie. La nuova società parte con un fatturato di circa 8 milioni di euro e un capitale sociale di 10mila euro, che potrebbe salire a 400mila con l’entrata in campo di esterni. La maggioranza delle quote resterebbe in mano a Nello, fratello dello scomparso Giorgio Panto, mentre il figlio di quest’ultimo, Thomas, conserverebbe il 5-10 per cento.

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