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Permasteelisa come Ilva? Colomban: «Valuto un ritorno»

Esaurita la trattativa con i Cinesi della Grandland durata più di un anno, ora la società è di nuovo sul mercato attraverso un’asta competitiva gestita da Barclays. Il fondatore: «Occorre capire con Lixil le loro intenzioni. Vedere l'azienda finire in questo modo mi rattrista»

Sembra non avere ancora pace la Permasteelisa. Esaurita la trattativa con i cinesi della Grandland, durata più di un anno, ora la società è finita di nuovo sul mercato attraverso un’asta competitiva gestita da Barclays. Una situazione che agita i manager e i dipendenti del gruppo: il rischio concreto, palesato in queste ore sulla pelle di altre aziende italiane e paventato da alcuni esperti del settore, è che la società italiana attiva nella produzione e installazione di involucri architettonici, «anziché finire in mani esperte e competenti, finisca a fondi o società finanziarie speculative pronte a rivendere la società a prezzi raddoppiati senza darle garanzie di futuro industriale ed occupazionale». A rischio non ci sarebbero solo i 6mila dipendenti del gruppo ma un indotto di almeno ulteriori 6mila lavoratori che colpirebbe pesantemente l’economia della provincia di Treviso, del Veneto intero e anche del Pordenonese. Un boomerang lanciato nel silenzio totale delle istituzioni.

I rischi

Da rumors e informazioni che arrivano dal mercato e diffuse da Mergermarkets ed altre fonti media, stanno esaminando la società sia una serie di imprenditori locali, sia gruppi industriali italiani, sia banche per conto di fondi di investimento italiani che esteri; tutti però spaventati dalla quantità di claims e bonds in essere, il cui rischio sembra superi il miliardo di euro. Le trattative, anche se basate su un prezzo vicino allo zero con sopra una dote consistente, procedono a rilento poiché la società si trova ora ad affrontare una serie di progetti complessi da sistemare, orfana di tecnici e project manager esperti che hanno abbandonato il progetto. In quest'ottica non sono da escludere danni e perdite in proiezione consistenti: basti pensare che le perdite nell’ultimo anno sono state superiori ai 400 milioni di euro. 

Perchè un ritorno di Massimo Colomban?

Le sorti dell'azienda non lasciano certo indifferente il suo padre fondatore, Massimo Colomban, che pare sia stato avvicinato da alcuni imprenditori locali, interessati al risanamento di Permasteelisa. Proprio questi riterrebbero l'imprenditore l'unico in grado di richiamare una serie di esperti e di collaboratori rimettendo in piedi i vari teams e l’organizzazione vincente che in 30 anni ha fatto diventare il Gruppo Permasteelisa primo al mondo. E in effetti risulta,e lo conferma lui stesso, che da tempo Massimo Colomban avesse informato il CEO di LIXIL (la conglomerata Giapponese che la controlla al 100% e che ha un giro d’affari di circa 15 miliardi all’anno) della pericolosa china che Permasteelisa aveva preso  ma lo stesso avrebbe ignorato i consigli proseguendo con una organizzazione verticistica. Permasteelisa è costata ad oggi a LIXIL oltre un miliardo di euro (575 nel 2011 ed ulteriori 472 immessi in varie fasi).

«Sto valutando»

Sulla scia di questi rumors abbiamo provato a strappare allo stesso Colomban le sue impressioni. L'imprenditore ha ammesso di essersi affacciato a verificare che cosa oggi si potrebbe fare per recuperare quel che di buono rimane nella società, ribadendo però al contempo che la situazione è molto difficile considerata anche la diffidenza della Lixil: «Sì, sono stato coinvolto in queste operazioni. Entrare in una società che probabilmente non ha esperti nel valutare le commesse acquisite, nè i lavori in corso nè i costi per completarli o quanto costerà riparali, può rappresentare per me un grave rischio che, prima di assumerlo o farlo assumere ai miei potenziali partner, voglio chiarire perfettamente con LIXIL se avranno interesse a raddrizzare le cose con serietà, competenza e soprattutto in trasparenza; ho dato la mia disponibilità anche ad affiancarli nella ristrutturazione e rilancio, l’avevo data al chairman anni addietro prima che la situazione diventasse di questa tragicità, non mi hanno ascoltato ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti».

Permasteelisa come l'Ilva? 

L'imprenditore esamina la questione: «Diversi punti mi risultano strani per non dire misteriosi: la perdita contabilizzata a marzo 2019 di 417 milioni di euro non credo sia il risultato dell’ultimo anno...se così fosse quante centinaia di milioni di perdite dovrebbe assorbire chi acquisirà Permasteelisa, prima di riportare il gruppo in utile? Ho l’impressione, aggiunge Colomban, che a LIXIL, più che ristrutturare o lasciare in buone mani la Permasteelisa, cerchino chi la acquisisca in toto, così com’è, con tutte le garanzie, bonds e claims che credo superino di molto il miliardo di euro; quel che succederà dopo sarà il problema e la responsabilità di chi subentrerà, inclusa purtroppo la sorte dei circa 6mila dipendenti diretti e degli ulteriori 6mila dell’indotto, fanno una somma di 12mila lavoratori coinvolti». Un danno e una situazione che ricordano la recente questione dell'Ilva di Taranto. Il fondatore, infine, chiude: «Questa situazione mi rattrista e preoccupa enormemente: vedere un gioiello di società, la migliore al mondo senza dubbio, che avevamo creato e strutturato  in 30 anni con i miei managers, soci e collaboratori fidati finire in questa tragica situazione a causa di mani così poco competenti è davvero triste. Se verrà acquisita dal solito gruppo estero o fondo finanziario, senza esperti del mestiere, rischierà la stessa fine che sta facendo oggi».

L'azienda del fondatore

Il ritorno di Colomban sarebbe salutato con entusiasmo dagli esperti del settore: Permasteelisa era nata e si era sviluppata sull'organizzazione improntata dall'industriale che vedeva un board composto soprattutto da esperti. Le decisioni su quali progetti acquisire e come svilupparli venivano discusse collegialmente con gli esperti di engineering, fabbricazione ed installazione, i quali firmavano i budget ed erano remunerati, con premi e stock option in relazione al loro successo e profitto. Grazie a questa formula a rete, che vedeva coinvolti oltre 80 manager soci in 40 società di quattro continenti, il gruppo è cresciuto a due cifre in termini di fatturato e profitto, diventando il più grande e prestigioso al mondo negli involucri (facciate) delle architetture monumentali. Non solo: diversi manager ricordano che «fino a che c’era Colomban a guidare, la società non aveva mai avuto un giorno di sciopero, non aveva mai licenziato, nè perso per strada gli esperti, e non registrava alcun significativo diffetto o claim nei progetti che consegnava in maniera puntuale, risapettando tempi, costi e budget». Insomma se dovessero verificarsi le giuste congiunture per Permasteelisa potrebbe prospettarsi un futuro, ad oggi, insperato.

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