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Amazon, maxi polo a Roncade e Casale sul Sile: «Siamo all'assurdo»

L'ipotesi di avere due maxi poli logistici a pochi chilometri di distanza preoccupa il Pd e Ascom: «Subito un tavolo di coordinamento tra sindaci, categorie e sindacati»

«Prima era il maxipolo logistico di 500mila metri quadri a Casale sul Sile, adesso spunta una nuova area di 180mila metri a Roncade come sede per il nuovo centro Amazon nella Marca. In ogni caso ancora consumo di suolo nella regione più cementificata d’Italia e nella provincia che si trova al quarto posto nella classifica nazionale. Un autentico scempio, quando ci sono intere zone industriali abbandonate con migliaia di capannoni vuoti».

Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, si schiera contro l’ipotesi di un ulteriore polo logistico nella Marca, nei pressi del nuovo casello sull’A4 e attacca la Regione. «Altro che consumo zero entro il 2050 Una legge di buone intenzioni svuotata da infinite deroghe che di fatto stendono un tappeto rosso a chi vuole devastare ulteriormente il territorio. Basta eliminare campagna per far spazio ad asfalto e cemento e poi stupirsi delle conseguenze dei cambiamenti climatici. I disastri degli ultimi anni, dal tornado del Brenta all’uragano Vaia, non hanno insegnato niente? Mi sono già attivato per approfondire la questione delle procedure Via (Valutazione impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategica) e sto valutando il deposito di un’interrogazione per capire qual è la posizione di Palazzo Balbi su questa vicenda. In Veneto abbiamo 11mila capannoni abbandonati, perché non si può intervenire lì, puntando sul riuso e sulla rigenerazione urbana? È inaccettabile e imbarazzante che i Comuni, a corto di risorse, siano messi nelle condizioni di dover accettare un polo logistico di queste dimensioni e farsi la guerra tra loro per incamerare un po’ di oneri di urbanizzazione da parte delle multinazionali. Un'operazione che va a scapito dell’ambiente, della viabilità e della qualità della vita. Ma i cittadini a quanto pare non contano niente - aggiunge il consigliere del Partito Democratico, che ribadisce la propria contrarietà a 360 gradi - Per giustificare un piano del genere non regge neanche la motivazione dei posti di lavoro: per ripartire abbiamo bisogno di buona occupazione, con diritti garantiti e pagata dignitosamente, non di ulteriore precariato». 

Il commento di Ascom

Sulle due ipotesi progettuali per i colossi del digitale e della logistica previsti a Roncade e Casale sul Sile, Ascom-Confcommercio mantiene la propria ferma posizione: «Qualsiasi sia la forma e la dimensione dell’ipotesi progettuale, occorre partire dalla domanda iniziale: serve davvero? A chi giova? E’ un vera richiesta del territorio? Sono in grado di dimostrare che crea occupazione vera e non altro e diffuso precariato? È questa la sostenibilità che stiamo cercando?» Secondo il leader della Confcommercio trevigiana, Federico Capraro, che nei prossimi giorni parteciperà, con i propri fiduciari e delegati, ad un incontro con i sindaci della zona, sono queste le domande a cui occorre dare risposte certe. «Contestiamo duramente - afferma Capraro - l’approccio che non parte dalla domanda reale ma solo dagli interessi del mercato e questa situazione è la prova evidente della logica dell’assurdo che la mancata pianificazione può creare: 2 poli, uno per la logistica e 1 per il digitale in soli 5 km la dice lunga sulla capacità di dialogo, di integrazione e pianificazione del nostro territorio. Chiediamo con forza - prosegue Capraro - che prevalga l’ottica sovracomunale e che sia istituito subito un tavolo di coordinamento tra amministrazioni, categorie e parti sociali. Per evitare altre speculazioni, consumi inutili di suolo, false attese economiche ed occupazionali, evitando di cambiare la geografia di un territorio già sottoposto ad un alto consumo».

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