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Al via la stagione del Radicchio Rosso di Treviso l’IGP: raggiunti 500 ettari autorizzati (+22%)

Dal 2012 i campi di radicchio certificati si sono estesi rapidamente: +154%. Manzan: "Consumatori più consapevoli chiedono marchio di qualità, i produttori si adeguano ampliando la produzione certificata"

TREVISO Il Consorzio di Tutela comunica l’avvio ufficiale della stagione per il prodotto certificato: con la nuova annata raggiunta quota 500 ettari autorizzati (+22%) per le tre varietà tutelate dall’IGP nell’area storica di produzione. Dal 2012 i campi di radicchio certificati si sono estesi rapidamente: +154%. Manzan: “Consumatori più consapevoli chiedono marchio di qualità, i produttori si adeguano ampliando la produzione certificata”. Non di solo Prosecco vive l’agricoltura veneta. Il “ritorno alla terra” dell’ultimo quinquennio ha visto protagonista il Radicchio di Treviso IGP, una produzione di nicchia ma ad alto valore aggiunto in termini di redditività e qualità. Parte con le migliori premesse la stagione 2017/2018, il radicchio in campo è di ottima qualità e ora si attende solo il gelo per ottenere da una cicoria il celebre fiore d’inverno.

I NUMERI DELLA CRESCITA Il Tardivo, il più prezioso tra i radicchi veneti, l’unico che subisce la forzatura fuori dal campo attraverso la parziale immersione in acqua di risorgiva, vede crescere le superfici coltivate a IGP del 7,4% rispetto all’anno scorso (283 ettari). Se si guarda al medio periodo la crescita è superiore al 100% (ci si fermava a 134 ettari nel 2012). “Con questa stagione – spiega Paolo Manzan, Presidente del Consorzio di Tutela -  le IGP coltivate tra Treviso, Venezia e Padova, ovvero Radicchio Rosso di Treviso nelle varietà Precoce e Tardivo e Radicchio Variegato di Castelfranco, raggiungono quota 500 ettari con una crescita del 22% rispetto all’anno scorso. Nel medio periodo, la crescita è addirittura del +154% dal 2012 (quando i nostri radicchi IGP erano coltivati in 197 ettari autorizzati). Si tratta di una trasformazione radicale dell’agricoltura locale, sempre più vocata a produzioni di qualità. In questi ultimi anni, in particolare, la produzione di radicchio si è fortemente spostata verso il prodotto certificato per consentire ai produttori dell’area storica di difendersi dalle imitazioni e tutelare il prezzo. Una scelta obbligata anche per la maggiore consapevolezza dei consumatori e, della GdO, sempre più attenti ai prodotti autentici e garantiti”. Va ricordato che solo il VERO IGP può riportare nella denominazione (sullo scaffale o al banco del supermercato) la denominazione TREVISO, tutto il resto della produzione indifferenziata si qualifica generalmente come “Tardivo”, ma non garantisce la qualità sia in termini di gusto (croccante e solo lievemente amarognolo quello del Vero Treviso) e sia in termini di controlli e sicurezza delle coltivazioni. In termini di volumi immessi sul mercato, il Radicchio di Treviso e Variegato di Castelfranco hanno visto una crescita tra le ultime due stagioni del 3,6%, superando i 10 mila quintali. Questo mentre il panorama dell’ortofrutticolo Veneto ha segnato un calo del -1,3% in termini di quantitativi sul mercato.

IL CONVEGNO Si partirà da questa fotografia per dare avvio agli “stati generali” del Radicchio che si terranno lunedì 13 novembre dalle ore 10 nella sede di OPO Veneto (Zero Branco, via Alessandrini, 107). Il Consorzio di Tutela ha infatti organizzato il convegno: “Il Radicchio si interroga sul suo futuro. Le dinamiche della filiera: dal campo, al mercato, al consumatore”. “Un convegno – commenta Cesare Bellò, di OPO Veneto – che rappresenta una tappa storica per questo prodotto: per la prima volta abbiamo organizzato un tavolo di confronto interprofessionale che farà incontrare il mondo della produzione, l’agroindustria, la moderna distribuzione. Finora non si era mai presentata una occasione simile, è il segno dell’appeal che il prodotto ha raggiunto tra i consumatori e più in generale di una strutturazione del mercato del Radicchio”.  Non a casa arriveranno nella Marca i rappresentanti di Eataly, la catena dedicata al food italiano d’alta gamma, ma anche di una importante GdO come Coop Italia, di realtà ortofrutticole degli USA e di Macfrut che è anche partner evento. Sarà proprio il Radicchio di Treviso il prodotto simbolo dell’edizione 2018 della Fiera ortofrutticola di Rimini (9 al 11 maggio 2018) grazie alla partneship con la Regione Veneto.

L’appuntamento promosso dal Consorzio di Tutela in collaborazione con Aop Veneto Ortofrutta, la testata Terra e Vita e Macfrut. I lavori si apriranno con le relazioni di Elisa Macchi, direttore del Cso Italy, Centro Servizi di Ferrara, che presenterà il report sui radicchi 2017-2018.  Dati, consumi, tendenze, prospettive. L’importanza di una produzione dell’ortaggio in un territorio sano e rispettoso della biodiversità sarà illustrata da Paolo Fontana, presidente della WBA. Seguirà una tavola rotonda con esponenti di primo piano del mondo ortofrutticolo, che affronteranno tematiche specifiche della Filiera radicchio: “Lo sviluppo tecnico/produttivo della filiera radicchi” (Federico Nadaletto, Opo Veneto), “Le opportunità dei Consorzi di tutela” (Denis Susanna, Consorzio  radicchio rosso di Treviso Igp e Radicchio variegato di Castelfranco Igp), “L’Organizzazione Interprofessionale Ortofrutta” (Cesare Bellò, O.I. Comitato Radicchio), “I radicchi visti dal settore agroindustriale” (Silver Giorgini, Orogel), “L’attenzione della ristorazione, e in particolare di  Eataly, nei confronti dei prodotti tipici come il radicchio” (Sergio Fessia, responsabile ortofrutta di alcuni punti vendita di Eataly), “L’appeal dei radicchi nei desiderata del consumatore” (Giuseppe Iasella, Coop Italia), “I radicchi nel mercato Usa” (Federico Boscolo, “Royal Rose” - Cultiva), “Macfrut 2018 e le opportunità per l’internazionalizzazione del radicchio” (Renzo Piraccini, presidente Cesena Fiera). Coordinerà i lavori  Giorgio Setti, capo redattore periodici Edagricole.

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