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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

Crisi economica: per il Veneto il 2012 è l'anno della recessione

In Veneto entro la fine del 2012 è prevista una flessione del Pil del 1,5 per cento. Il quadro economico della Regione è stato dipinto venerdì nella presentazione del rapporto annuale di Unioncamere

Anno bisesto anno funesto. Soprattutto per l'economia veneta. Questo è quanto emerso dal rapporto annuale di Unioncamere Veneto, presentato ieri a Treviso, alla presenza del presidente regionale Alessandro Bianchi.

IL PIL PRECIPITA - Se nel 2011 il Pil del Veneto è cresciuto dello 0,6 per cento, il 2012 lo vedrà scivolare dell'1,5 per cento. E la Regione entrerà tecnicamente in stato di recessione. Il dato, hanno spiegato i ricercatori, è da porre in relazione essenzialmente con una "forte flessione degli investimenti delle imprese (- 3,8 per cento) e con una decisa contrazione dei consumi delle famiglie (- 2,4 per cento), sulla quale pesa la previsione di un'ulteriore aumento dei prezzi al consumo".

LAVORO - Allo stesso tempo, nel corso dei prossimi sei mesi, si dovrebbero osservare ulteriori riflessi in campo occupazionale, con una caduta delle unità del lavoro dell'1,2 per cento e un tasso di disoccupazione che dovrebbe assestarsi al 6 per cento.

ANDAMENTO DELLE IMPRESE - Nel primo trimestre del 2012 si è osservato un calo dello 0,6 per cento nella dinamica delle imprese venete, rispetto allo stesso periodo del 2011, quindi doppio rispetto al -0,3 per cento dell'ultimo trimestre dell'anno scorso. Le esportazioni invece, pur mantenendo un andamento crescente, con il +2,1 per cento rilevato a fine marzo, sono ben lontane dal +17,7 per cento di appena dodici mesi fa.

TURISMO - Gli elementi positivi giungono dal turismo. A fine 2011 arrivi e presenze erano cresciutI su base annua rispettivamente dell'8,1 per cento e 4,2 per cento, mentre il primo trimestre 2012  ha visto incrementi, rispetto a dodici mesi prima, del 3 per cento e 0,7 per cento.

INDUSTRIA - L'analisi sugli altri settori rileva comunque cifre in profondo rosso. Nell'industria, la produzione nel periodo gennaio-marzo 2012 è scesa del 3,6  per centoper cento, il fatturato del 2,5 per cento e gli ordini interni ed esteri, rispettivamente, del 6,6 per cento e dello 0,5. Nel commercio al dettaglio il fatturato segna un -1,5 per cento, gli ordini un -3,3 per cento mentre l'occupazione appare in crescita del 2,7 per cento.

LE BANCHE - "Il sistema bancario ha una grande responsabilità in questo momento, l'attenzione deve essere rivolta alle piccole imprese", ha commentato Alessandro Bianchi.

"E' vero - ha aggiunto - che il sistema bancario ha finanziato con troppa facilità la grande impresa, e se oggi vanta dei crediti rilevantissimi una responsabilità se la deve attribuire. Adesso, però - ha proseguito Bianchi - le banche non possono chiedere di colpo la restituzione dei crediti alle piccole aziende, si creerebbe uno sconquasso tale da determinare chiusure ed infiltrazioni della criminalità organizzata".

A questo proposito, il rapporto di Unioncamere si è soffermato sulla penetrazione malavitosa in Veneto, "facilitata, oltre che dall'usura e dal riciclaggio del denaro sporco, anche dal lavoro nero, dall'evasione fiscale, dalla trasparenza e dalla collusione".

SEGNALI POSITIVI - Uno spiraglio di speranza arriva dal presidente della Camera di Commercio, Nicola Tognana, che ha osservato che le difficoltà economiche che stanno iniziando ad interessare anche la Germania possono essere "un segnale di un avvicinamento di un momento di svolta" per il quadro continentale complessivo. In questo modo infatti il Paese teutonico "dovrebbe uscire dal suo cerchio di beato isolamento".

"La crisi sta bussando alla porta dei tedeschi - ha spiegato Tognana - e spero che questo determinerà un cambiamento. La Germania non può essere così indipendente dalla Ue - ha concluso - perché senza un progetto compiuto di Europa non si va da nessuna parte e si permette alla finanza speculativa di agire liberamente".

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