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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia Refrontolo

Reindustrializzazione ex Indesit, subentrerà l'azienda Sech

La ditta di costruzioni metalliche occuperà parte dello stabilimento di Refrontolo e assumerà 5 dipendenti. In tre anni è stata trovata una soluzione per il 90% dei lavoratori

Si sono conclusi i lavori del tavolo per la reindustrializzazione dell'ex Indesit di Refrontolo.

Per trovare soluzioni che permettessero di ricollocare i 94 lavoratori rimasti senza posto doopo la chiusura dello stabilimento nel 2012, hanno collaborato Regione Veneto, Indesit Company e sindacato.

"E' un accordo importante e che ci soddisfa - ha commentato l'assessore regionale Elena Donazzan - perché c'è stata assunzione di responsabilita' da parte di tutti, in particolare della Indesit, un'azienda che ha chiuso lo stabilimento lasciando in una situazione drammatica il territorio ma che, a differenza di troppe altre aziende, si è fatta carico di accompagnare i lavoratori verso nuovi posti di lavoro e di cercare nuovi imprenditori per la reindustrializzazione del sito".

A subentrare sarà la Sech, azienda del luogo che ha un positivo mercato internazionale e che ha deciso di continuare a investire nel territorio e, ha aggiunto Donazzan, "Bisogna dire che gli imprenditori che investono in Italia sono degli eroi".

Sech, azienda di costruzioni metalliche, occuperà oltre cinquemila metri quadri dei 20mila dell'area ex Indesit per trasportarvi la propria sede, assumendo nel contempo cinque lavoratori provenienti dalla precedente attività. L'accordo è stato firmato ad aprile.

"Va dato atto - ha sottolineato Donazzan - che ogni quattro mesi, in questi anni, la Indesit era presente per parlare con la Regione Veneto. Non è cosa di poco conto perché oggi abbiamo più che mai bisogno di responsabilità sociale da parte delle imprese e di avere aziende che abbiano cuore e testa sul nostro territorio. Quella della ex Indesit è stata una buona pratica che va presa ad esempio in particolare in un momento di difficoltà così grande per il Veneto".

Nei tre anni trascorsi dalla chiusura dell'azienda a Refrontolo, per il 90% dei dipendenti è stata trovata una soluzione: alcuni sono stati ricollocati con assunzioni incentivate da parte di aziende terze del territorio o legate al progetto di reindustrializzazione, per altri sono stati impiegati prepensionamenti e il sistema di incentivi all'esodo per chi ha preferito ricollocarsi autonomamente.

Altri 15 lavoratori non sono stati ancora ricollocati, ma gli enti coinvolti stanno studiando altre soluzioni mirate.

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