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Recessione, bilancio pesante in Veneto: "Renzi sia meno sborone"

E’ il commento dell’assessore al lavoro del veneto Elena Donazzan: "Quasi 20 mila le aziende nel 2009-2013 interessate da Cassa integrazione in deroga

VENEZIA - “Anche in Veneto contiamo i danni di una crisi pesante che ha trasformato il nostro mondo. E pesanti sono i dati sul fronte della contrazione del numero delle aziende durante il periodo della crisi dal 2009 al 2013. Guardando da vicino le mie aziende e il nostro mercato del lavoro, in quest’ultimo anno non sono riuscita a scorgere segni del l’ottimismo renziano”. E’ il commento dell’assessore al lavoro del veneto Elena Donazzan, che snocciola i dati in suo possesso: “quasi 20 mila le aziende nel quinquennio 2009-2013 interessate dagli interventi di Cassa integrazione in deroga, oltre 103 mila i lavoratori coinvolti, 60 milioni di ore utilizzate: il che significa un impoverimento della nostra capacità produttiva significativa. In questo momento in Veneto hanno chiesto di accedere alla nuova forma di ammortizzatore sociale creato dalla Riforma Fornero, denominato ASPI: sono coinvolte 47 mila persone e 6.500 sono iscritte nelle liste di mobilità mobilità in deroga”.

“Il dato positivo c’era – aggiunge Donazzan – ed è legato alle esportazioni che hanno trainato il Veneto, con aziende che avevano indicatori positivi e che trascinavano anche altre imprese spesso terziste. Nel 2010 la ripresa era stata immediata, con una ulteriore crescita nel 2011 che lasciava ben sperare, poi siamo anche noi precipitati nuovamente in un picco negativo in concomitanza del primo governo tecnico di Monti. Oggi il quadro è fosco, alla luce delle intenzioni della Russia di bloccare l’import, dell’arresto anche del mercato tedesco che si aggiunge al restante mercato europeo e dei venti di guerra in Medio Oriente e nel Mediterraneo”.

“Purtroppo nemmeno le aziende esportatrici, che pure hanno contribuito a far crescere il PIL del Veneto, sono riuscite ad invertire i dati  del mercato del lavoro: nessuna crescita , anzi il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni rimaneva negativo e dal 31 marzo 2008, cioè dall’inizio della crisi, al 31 marzo dell’anno corrente abbiamo perso 86 mila posti di lavoro. Nell’ultimo anno – dice ancora l’assessore – ne abbiamo persi 12 mila, nonostante i governi di salute nazionale che non hanno alleviato la situazione nè a noi nè all’Italia”. Le aziende interessate dagli interventi legati agli ammortizzatori sociali in deroga hanno  subito una perdita occupazionale di circa il 40% (il -43% nelle aziende artigiane , il -27% nelle imprese terziarie con oltre 50 dipendenti). Più in dettaglio: il 50%di queste aziende ha mantenuto i livelli occupazionali durante e successivamente al periodo di utilizzo della Cassa in deroga (quindi l’ammortizzatore sociale in questo caso é stato salvifico in termini di tenuta dei posti di lavoro); il 30% ha subito una drastica riduzione degli organici (mediamente del 50% della propria forza lavoro); il 20% risulta non avere più lavoratori dipendenti al termine dell’utilizzo della Cassa in deroga. Per quanto riguarda i lavoratori, invece: il 40% di chi ha avuto un sussidio ha mantenuto il posto di lavoro; il 40% si è ricollocato in altra azienda, di cui due terzi entro sei mesi; il 20% risulta essere senza lavoro alla fine del periodo osservato; di questi una piccola quota è pensionata (5%), mentre la maggioranza si è rivolta ai Centri per l’Impiego del territorio per accedere all’ASpI/indennità di disoccupazione e ricercare una nuova occupazione.

“Alla fine – afferma Elena Donazzan – questi sono i conti e sono veritieri più delle previsioni ottimistiche evidentemente sbagliate. Per il Veneto significano flessione della domanda di lavoro a tempo indeterminato, riduzione, trasformazioni da tempo determinato a indeterminato e, su base annua, i dipendenti sono tuttora in diminuzione. A Renzi mi permetto di dare un consiglio: sia un po' meno “sborone” e più rispettoso e serio con l’Italia e con gli italiani che non sono, come ha avuto modo di dire lui “al mare e non hanno voglia di vedere gente che litiga”. Al mare sono in pochi, anche perché i suoi 80 euro non cambiano la vita. Ma soprattutto interessa poco che lui scherzi, e non faccia ammenda, sui suoi errori che non sa se attribuire al suo ruolo di presidente del consiglio o di presidente del PD. Metta in fila le priorità: prima il lavoro e le imprese, senza arroganza e con un pochino di umiltà. Qualche consiglio non richiesto conclude Donazzan – abbia qualche idea sulla politica estera e abbassi le tasse....il resto è poca cosa”.

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