Ricerca Cgil, il lavoro nelle amministrazioni pubbliche non attira più
Il segretario della Funzione Pubblica Marta Casarin : «E' il risultato del combinato disposto delle nuove regole sulle assunzioni varate dal governo e da un certa denigrazione di cui è stato oggetto negli ultimi quattordici anni»
Il posto pubblico diventa sempre meno attraente. A denunciarlo è la Funzione Pubblica della Cgil di Treviso che oggi, 21 marzo, ha presentato una ricerca, che è stata coordinata dal segretario provinciale della FP Cgil Marta Casarin e ha utilizzato i dati del 2019, gli ultimi che sono stati resi disponibili dal Mistero dell'Economia e delle Finanze, che descrive una situazione dove, nella pubblica amministrazione, le ombre sono più che le luci.
«Il deficit di lavoro - dice la Casarin - è il risultato del combinato disposto delle nuove regole sulle assunzioni varate dal governo e da un certa denigrazione di cui in questi 14 anni soprattutto è stato oggetto il pubblico. Certo le decisioni prese in questo senso nell'ambito del Pnnr non aiutano. I lavori, che sono tutti funzionali a dei progetti precisi, contemplano delle assunzioni che però sono a tempo determinato. Come dire: venite a lavorare ma sapete che il vostro è sempre e comunque un contratto in scadenza. Se si voleva pensare ad incentivi decisamente si doveva fare altro. I giovani, comprensibilmente, accetteranno solo nelle misura in cui nel contempo faranno altri consorsi. E così verranno disperse altre professionalità e altri saperi».
Di certo non aiuta la dinamica salariale: al 2019 nella Marca si sono persi in totale, fra le varie qualifiche e categorie contrattuali, 5 mila 536 euro a livello nazionale e 3 mila centottantotto euro prendendo come riferimento la media nazionale, concentrati soprattutto nelle aree tecniche-impiegatizie.
«E' il risultato - torna a dire la segretaria della Fp Cgil - delle politiche precedenti al 2008. Da quel momento l'allora ministro Brunetta ha cambiato i parametri per i fondi di produttività e la contrattazione decentrata ha fatto il resto. Il punto vero è che sui dipendenti pubblici non vengono fatti investimenti, soprattutto per quanto riguarda la formazione. Tutto questo, tenendo bene a mente che non ci sono vere prospettive di avanzamento di carriera in senso verticale, rappresenta un forte disincentivo».