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Economia Ponte di Piave

Stefanel, posto a rischio per quasi la metà dei lavoratori

Gli esuberi annunciati dal marchio di Ponte di Piave sarebbero 93 su 200. I sindacti tentano la strada dei contratti di solidarietà per evitare la mobilità e, quindi, il licenziamento

Un altro marchio trevigiano annuncia tagli ed esuberi. Dopo Benetton è la volta di Stefanel, che ha dichiarato l'intenzione di mettere in mobilità 93 dei suoi circa 200 dipendenti.

Si tratterebbe di esuberi già individuati nel 2009 dalla ditta di Ponte di Piave, che risponderebbero ai progetti del marchio veneto di trasformarsi in un'impresa commerciale.

I sindacati e l'azienda, in questi giorni, stanno premendo sulle istituzioni per trovare soluzioni che scongiurino il passaggio dalla cassa integrazione alla mobilità e, quindi, al lincenziamento a partire da febbraio prossimo.

L'intenzione è quella di ottenere un supplemento di contratto di solidarietà per due anni, in modo da non lasciare a casa nessuno dei duecento operai.

La Regione Veneto, da parte sua, sembra pronta a collaborare.

A margine dei lavori di Giunta, martedì, il governatore Luca Zaia ha commentato che "Questa ulteriore notizia ci fa pensare agli altri 170mila disoccupati che abbiamo. Non possiamo pensare che i nostri lavoratori si possano confrontare con i cinque euro al giorno che viene pagato un cinese o l'euro al giorno per l'indiano. La nostra economia non è basata su fibbra ottica o ricerca, ma voglio ricordare che è fondata sulla manifattura. La dobbiamo difendere con i denti. Siamo a fianco dei lavoratori e dell'impresa per trovare una soluzione visto che siano chiamati anche in questi casi a gestire partite rispetto agli ammortizzatori sociali ed altro".

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