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Superbonus 110%, Pagani: «Grande interesse, ma restano tanti nodi da sciogliere»

Dai costi degli studi di fattibilità agli uffici pubblici in smart working, l'Ordine degli Architetti PPCTV lancia il webinar di formazione ed è boom di iscritti: sono già 300

Sono già oltre 300 gli architetti iscritti al webinar organizzato dall'Ordine degli Architetti della provincia di Treviso dal titolo “Super bonus 110 %: la responsabilità del professionista”. Giovedì 15 ottobre dalle ore 17 alle 19 in modalità online e con la super visione di Marco Pagani Presidente dell'Ordine provinciale, l'avvocato Enrico Piazza dello Studio Legale Campoccia – Avvocati Associati, Massimo Zara – dello Studio Pucher Zara & Partners e Davide Leonardi della Direzione Regionale Veneto di Crédit Agricole Friuladria interverranno per fare luce sulle opportunità, ma anche sulle responsabilità, previste dall'agevolazione contenuta nel Decreto Rilancio.

La norma che eleva al 110% l'aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021 per specifici interventi di efficienza energetica, antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o infrastrutturali, chiama in causa i professionisti del mondo dell'architettura fin dalle fasi preliminari del processo. Un'occasione certo, ma anche un'arma a doppio taglio: «L'architetto viene chiamato in causa da parte della committenza per redigere lo studio di fattibilità che, volendo fare una stima al ribasso, comporta una spesa di almeno 2mila euro tra ore di lavoro, materiale e risorse impiegate – dichiara il Presidente dell'Ordine Pagani - Un costo allo stato attuale non rimborsabile qualora il committente decidesse di non procedere poi con l'incarico. Nel caso di cinque consulenze senza rimborso si arriverebbe a 10mila euro non incassati: soldi che, magari a fronte di un reddito annuo complessivo di 30 o 40mila euro, fanno la differenza. Una questione che non possiamo derubricare a semplice 'rischio d'impresa'».

Secondo quanto si apprende dal panorama dei professionisti trevigiani oggi a rivolgersi agli architetti in percentuale sono soprattutto i proprietari di case singole: «Per ora la sensazione è che a voler beneficiare della misura siano più i residenti di singole abitazioni che non hanno vincoli di assemblee – nota Pagani – un passaggio che si rende invece necessario nel caso delle abitazioni condominiali e che rende l'iter più complesso». Il secondo nodo da sciogliere secondo il Presidente sarebbe quello relativo ai grossi gruppi che rischiano di porre in una sorta di ricatto i professionisti: «Non è infatti dimostrata ad oggi la terzietà di chi controlla i progetti nella fase iniziale e in quella finale».

Infine la misura, introdotta per provare a rilanciare attraverso il settore casa la crescita economica, si scontra con il ricorso allo smart working nella pubblica amministrazione: «Lavorando da casa i dipendenti, per esempio dell'ufficio edilizia con cui gli architetti sono soliti rapportarsi, non hanno modo di accedere agli archivi dove sono contenuti i documenti che rendono possibili le attività preliminari alla redazione degli studi di fattibilità. Una su tutti la conformità urbanistica che fornisce la corrispondenza tra lo stato di fatto dell'immobile e l'insieme dei titoli edilizi abilitativi rilasciati in tutta la storia costruttiva dell'edificio. Un documento fondamentale per l'architetto di cui dispone solo l'amministrazione comunale. Se già oggi per un accesso agli atti il tempo minimo di attesa è di 60 giorni è facile immaginare che cosa accadrà se buona parte dei dipendenti pubblici utilizzerà il lavoro agile. Anche per questo riteniamo fondamentale che il Governo confermi l'estensione della misura oltre la scadenza del 31 dicembre 2021, dando così ai soggetti coinvolti il tempo di sfruttare al meglio il provvedimento» chiude il Presidente.

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