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Caso Asco, Giovanni Zorzi: "Nessun patto tra Pd e Lega"

Il segretario provinciale PD Treviso: "L’esito dell’assemblea non è stato quindi il risultato di un fantomatico asse Lega-PD, quanto piuttosto l’inevitabile sbocco di una situazione gestita dalla società"

TREVISO Dopo due rinvii l’assemblea dei soci ha deliberato ieri con una netta maggioranza l’indirizzo con cui si dà mandato al CdA di procedere al progetto di fusione tra Asco Holding e Asco TLC. Questa la dichiarazione di Giovanni Zorzi, Segretario Provinciale PD Treviso.

“È bene premettere che dei sindaci targati PD, solo una parte ha votato per la fusione con TLC, la restante si è divisa tra astensione e fusione con AscoPiave. L’esito dell’assemblea non è stato quindi il risultato di un fantomatico asse Lega-PD, quanto piuttosto l’inevitabile sbocco di una situazione gestita dalla società sin dall’inizio in modo poco attento alla complessità della materia e alla posta in palio. In un quadro non ancora stabile, su cui pesa il prossimo pronunciamento del TAR sui ricorsi del socio privato, i sindaci non hanno potuto che attenersi al mandato dei rispettivi consigli comunali, votando per dare esecuzione alle delibere assunte, per i più, a fine settembre. Auspico ora che la società assuma l’indirizzo espresso dai sindaci tenendo in doverosa considerazione la precarietà di un contesto che potrebbe subire nuovamente degli scossoni. Per mettere in sicurezza il futuro di Asco, è indispensabile che qualsiasi progetto di fusione, qualsiasi disegno strategico sia conforme alle disposizioni della Legge Madia, una legge pensata per garantire il massimo di trasparenza ed efficienza, e sia coerente con la necessità di preservare il ruolo pubblico della società. Prima che i buoi escano dalla stalla, e prima ancora di ragionare di poli di aggregazione o di multi-utility, progetti che potrebbero rischiare di rendere ancora più difficile il mantenimento del controllo pubblico della società, serve, ora più che mai, un patto tra sindaci, perché, se il quadro non è stabile, solo un fronte coeso a tutela del bene pubblico può assicurare che Asco possa continuare a erogare servizi per il territorio e a generare risorse preziose per i nostri Comuni. Se qualcuno contesta, com’è accaduto dopo il nostro appello a inizio anno, che il patto possa essere l’anticamera di un’OPA o semplicemente non serva a niente, allora mi aspetto che i vertici della società diano seguito a tutte le verifiche che in questi mesi sono state richieste da parte dei nostri sindaci. Evitiamo di perseverare negli errori che hanno alimentato in questi lunghi mesi confusione e conflittualità: per i prossimi delicati passaggi, da qui al 30 settembre, servono attenzione, chiarezza e condivisione.”

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