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Economia

Ampliamenti dei centri commerciali, la CNA chiede l’istituzione di un osservatorio

«La provincia di Treviso è ai primi posti europei per superficie territoriale destinata alla vendita – spiega il direttore Rosolen - È necessario definire, in base al numero di abitanti del territorio, la superficie massima complessiva destinabile a commerciale»

«L’ampliamento dell’esistente o la costruzione di nuove superficie commerciali va autorizzata nel rispetto del consumo zero del territorio attraverso i crediti edilizi e attraverso il credito commerciale. Ovvero: uno amplia o costruisce rilevando superficie commerciali esistenti». È la posizione della CNA territoriale di Treviso, espressa dal direttore Giuliano Rosolen, che considera allarmante la notizia di possibili ampliamenti di grandi strutture commerciali in quanto penalizzano ulteriormente il commercio al dettaglio. «La provincia di Treviso è ai primi posti europei per superficie territoriale destinata alla vendita – spiega Rosolen -. È necessario definire, in base al numero di abitanti del territorio, la superficie massima complessiva destinabile a commerciale».

Per la CNA, la crescita economica e sociale deve passare attraverso una reciprocità tra imprese e territorio e per questo chi amplia o costruisce deve farlo a condizioni che aumenti il personale lavorativo. «Va istituito e reso operativo un osservatorio partecipato da associazioni imprenditoriali, organizzazioni sindacali e istituzioni che tenga monitorata la situazione e verifichi se, qualora vengano autorizzati e posti in essere ampliamenti, si verifichi contestualmente un incremento del personale» propone Rosolen. Dal 2008, il settore del commercio in provincia di Treviso ha subito una forte contrazione, con saldi negativi tra nascite e cessazioni tutti gli anni. Il comparto più colpito è stato quello del commercio al dettaglio.

Attualmente (dato a sett. 2018) in provincia di Treviso, le imprese del commercio sono 17.339, di cui 7.561 di commercio al dettaglio. Il saldo negativo settembre 2017-settembre 2018 è di -274 unità, di cui -171 nel comparto del commercio al dettaglio. La proliferazione dei grandi centri commerciali è stata una delle cause, assieme alla recessione economica, che ha determinato la crisi del commercio al dettaglio che rappresenta un valore di coesione sociale fortissimo per le nostre comunità. «Un ampliamento selvaggio dei centri di grandi dimensioni penalizza il commercio di vicinato che rappresenta un fattore essenziale di coesione sociale e vivibilità dei centri storici dei nostri paesi - conclude il direttore della CNA -. La vitalità delle nostre città, la vita stessa delle nostre comunità, che si basa sulle relazioni, sull’incontro, sul tempo libero da condividere, è strettamente legata al rilancio dei centri storici. E il rilancio dei centri si fonda, in buona parte, sul rilancio del commercio di vicinato».

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